Aprire Conti all’Estero Schermati Oggigiorno Equivale a Spararsi nelle Mutande

11 Settembre 2017
In questo report ti spiego perché aprire conti correnti schermati all’estero è diventato impossibile in seguito alla norma che introduce lo scambio automatico delle informazioni tra banche e agenzie fiscali di tutto il mondo

Il mondo del tributario internazionale sta cambiando rapidamente. Ciò che si poteva fare 20 anni fa oggi è diventato impraticabile. Mi riferisco in particolare ad una vecchia pratica che ancora oggi vede diversi sostenitori. La creazione di conti correnti all’estero schermati.

Partiamo dall’inizio per comprendere bene di cosa si tratta. In via teorica tu puoi avere i tuoi conti correnti dove ti pare e piace: in Italia, in Spagna, in Cina o alle Barbados. Nessuno può impedirti di aprire conti correnti all’estero.

Ma tali conti correnti li devi dichiarare al Fisco. In pratica il Fisco deve sapere quanti soldi hai nei conti correnti e dove sono questi correnti.

Ma molti paesi tropicali (Barbados, Cayman) o europei (Austria e Svizzera) un bel giorno (circa 30 anni fa) hanno deciso che i loro conti correnti dovevano essere cifrati. Ovvero dovevano essere segreti. Ecco che migliaia di ricchi e benestanti in tutto il mondo hanno aperto conti correnti in questi paesi in modo tale da nascondere i loro profitti all agenzie delle entrate dei propri paesi.

Il sistema era semplice, visto che dovevano evitare i meccanismi informatici o i canali bancari gli evasori ogni 2-3 mesi si caricavano di denaro e se ne andavano in macchina a depositare borse piene di soldi in una banca austriaca o svizzera. Questo giochetto è andato avanti per circa 30 anni.

Hanno fatto così per anni, fino a ieri. Poi è successo qualcosa di decisivo. L’OCSE si è rotta le scatole e ha imposto a tutte le banche di comunicare in automatico i nomi dei suoi correntisti agli Stati in cui sono residenti.

I paesi che non avessero aderito a questa convenzione sarebbero stati penalizzati e inseriti in una black list che avrebbe danneggiato in maniera determinante i loro affari e la loro economia. Per cui tutti gli Stati che si erano arricchiti con l’evasione fiscale, a malincuore, hanno firmato il trattato.

Una volta che i loro governi hanno aderito al trattato internazionale le banche di tali paesi si sono viste costrette a comunicare all’agenzia delle entrate italiana i nomi di tutti gli evasori che nascondevano i soldi nelle loro casse. E’ iniziato l’inferno per parecchie persone che fino a ieri facevano la bella vita.

In questi anni tutte le banche si stanno adeguando a questa normativa! La pacchia è finita.

Aprire conti correnti schermati: qualcuno li propone ancora

Ma ci sono ancora dei consulenti dilettanti che ti propongono queste pratiche. E’ pieno di siti internet che vendono strutture offshore a basso prezzo. In realtà sono una trappola!

Infatti oggigiorno aprirsi un conto corrente all’estero senza dichiararlo al Fisco è come spararsi nelle mutande con una rivoltella e poi ballare il tip tap a piedi scalzi sui carboni ardenti.

Ma questo lo sappiamo in pochi (adesso lo sai anche tu) e molti imprenditori e professionisti cadono vittime di consulenti farlocchi.

PICCOLA STORIELLA. Immaginiamoci la scena di te che ti imbatti in uno di questi consulenti farlocchi:

APRIRE CONTO CORRENTE SCHERMATO ALLE CAYMAN A SOLI 350 EURO!!!!

E’ questa la scritta che campeggia su un banner colorato in su uno spazio pubblicitario di Google Adwords. L’algoritmo di Google ti sta facendo apparire questo banner da giorni. Evidentemente ha intercettato attraverso le tue ricerche un tuo interesse verso il risparmio fiscale.

Dopo giorni che lo vedi decidi di rompere il ghiaccio e provare a contattare il sito. Allora compili il contact form e nel giro di 6 ore ricevi una telefonata. Un signore con la voce un pò impastata si presenta e comincia a parlarti di questo conto alle Cayman.

Consulente farlocco: “Mi ascolti bene, le sto dicendo da dieci minuti che questo conto è perfettamente sicuro. Non deve preoccuparsi di nulla.”

Tu: “Non so se è il caso di parlare così esplicitamente a telefono di questo argomento”

Consulente farlocco: “Ma stia tranquillo, se lei ha un conto corrente all’estero il Fisco non può tassarla. Una volta che i soldi sono fuori dall’Italia non sono più tassabili…”

Tu: “Ma lei è sicuro di ciò?”

Consulente farlocco: “Certamente, una volta che i soldi sono fuori sono al sicuro. Inoltre il conto è schermato quindi nessuno è a conoscenza di questi soldi. Lei è in una botte di ferro.”

Tu: “E come devo depositare i soldi?”

Consulente farlocco: ”Guardi, è meglio se lei li deposita in contanti facendo un viaggio ogni 3-6 mesi”

Alla fine ti fai convincere e decidi di aprire questo conto all’estero “schermato” e iniziare a fare viaggi semestrali per depositarvi denaro contante.

Passano gli anni e vedi che le cose procedono bene, quel consulente aveva proprio ragione, il conto è perfettamente sicuro. Se fosse stato illegale il Fisco se ne sarebbe accorto da un pezzo. Invece nessun FINANZIERE ti ha contattato in questi anni.

Quando hai bisogno di soldi ti fai un viaggetto alla banca, ritiri il denaro e compri quello che ti serve. Tutto sembra perfetto, solo non si capisce perché i soldi devi portarli di persona e rigorosamente in contanti. Il consulente ti aveva assicurato che si tratta di una pratica legale.

Ma non ci rifletti troppo, dopotutto fai una bella vita…

Poi un bel giorno arriva un avviso di garanzia a casa. E’ il Fisco che ti chiede spiegazioni di questo conto corrente. Ma non era invisibile e soprattutto legale?

Evidentemente non era affatto legale e tantomeno invisibile. Infatti il consulente farlocco ti ha raccontato almeno 3 bugie:

  1. I conti correnti all’estero non sono più invisibili al Fisco da molto tempo. Le banche inviano automaticamente i tuoi dati all’agenzia fiscale del paese dove sei residente.
  2. Non è vero che se porti i soldi fuori dai confini italiani questi non sono più tassabili. Sono tassabili uguale, non cambia nulla.
  3. Il Fisco non si muove subito nello scovare i reati fiscali, ci mette diversi anni, ma ci arriva sempre. Quindi se per qualche anno fai la bella vita non illuderti che l’hai fatta franca.

Quindi ricapitolando, considerato il danno all’erario che hai compiuto è molto probabile che si applichi al tuo caso la reclusione (prigione) da un anno a sei anni.

Il risultato di questa strategia si risolve con una multa ingente che prosciuga i tuoi risparmi, il sequestro del patrimonio non dichiarato all’estero e una reclusione da 1 a 6 anni. Niente male come bilancio finale.

Luca Taglialatela

Dottore commercialista e tributarista internazionale, creatore di Trasferimento Sicuro, il primo blog dedicato ai trasferimenti di residenza fiscale dall’Italia verso l’estero e Tax Planning Internazionale, il primo blog che insegna agli imprenditori come risparmiare fiscalmente sull’attività della propria azienda grazie al tax planning internazionale.

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