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La Tua Azienda Fallirà… Solo per Colpa delle Tasse!

2 Ottobre 2017

Ci sono alcuni consulenti in giro per il Web che si ostinano a dire che le aziende non falliscono per colpa delle tasse ma perchè SONO STRUTTURATE MALE. Questo secondo me è un errore madornale che non ha alcun senso.

azienda fallira tasse

Sono convinto che molte aziende siano effettivamente strutturate male e questo causa in parte l’impossibilità di crescere e di prosperare senz’altro, ma in molti paesi europei le aziende sono strutturate anche peggio eppure non c’è la moria di imprese che c’è in Italia. Quindi ci deve essere un legame particolarmente stretto tra la situazione strutturale del paese e i fallimenti delle imprese.

Infatti secondo il Centro Studi ImpresaLavoro, dal 2008 al 2015 sono fallite più di 100mila imprese in Italia. Solo un altro paese ha registrato un alto numero di fallimenti: la Francia.

aziende fallite

Certamente la Francia se la passa meglio dell’Italia, ma la questione è un’altra: gli imprenditori italiani sono degli imbecilli totali oppure è il sistema che non funziona?

Perché in Italia ci sono tanti fallimenti? E perché solo la Francia registra un alto numero di fallimenti di impresa insieme all’Italia? Perché gli altri paesi europei registrano solo crescita?

Cosa hanno in comune Italia e Francia? Guarda caso Italia e Francia sono ai primi posti nella classifica europea dei paesi con le tasse più alte in Europa e nel mondo. In comune hanno il fatto di essere due paesi latini (la Francia è per metà latina) con la tassazione più alta d’Europa.

Gli altri paesi con una pressione fiscale equivalente a quella italiana e francese sono tutti paesi nordici (Danimarca, Svezia, Austria, Belgio e Finlandia ) composti da una popolazione di tipo germanica.

Quindi c’è una differenza antropologica: austriaci, svedesi e danesi sono in grado di operare anche in un ambiente ad alta tassazione perché la loro spesa sociale è più efficiente. Ti sei mai fatto una passeggiata in un ufficio postale austriaco? Sembra di stare all’Hilton.

Lo stesso non si può dire dei paesi latini. I latini non hanno un grande senso del bene pubblico e la loro spesa sociale è spesso caratterizzata da sprechi e corruzione.

Per esempio, in altri paesi latini come Spagna e Portogallo (paesi appunto latini), dove le imposte sono nettamente più basse dell’Italia e della Francia, in questi ultimi anni le imprese non sono fallite, anzi ne sono state create di nuove. Mentre l’Italia e la Francia perdevano 100.000 imprese, la Spagna e il Portogallo ne creavano 50.000.

Quindi negli inefficienti paesi latini le imprese nascono e crescono solo se le tasse sono basse!!!!

Ora le questioni sono due: gli italiani e i francesi sono completamenti idioti oppure l’Italia e la Francia sono ambienti terribili per far crescere un’impresa. Quali delle due frasi corrisponde a verità?

Non credo che italiani e francesi siano più stupidi di spagnoli e portoghesi. Allo stesso modo non credo che Portogallo e Spagna siano vivai di imprenditori geniali.

Quindi ammesso che tra portoghesi, spagnoli, francesi e italiani non ci sia una differenza antropologica particolarmente rilevante l’unica alternativa è che questi imprenditori si trovino a lavorare in mercati profondamente differenti.

La tesi, secondo cui i bassi profitti dipendono dalle tue scarse abilità di marketing e non dal paese in cui lavori, viene sostenuta da commercialisti che non hanno alcun interesse a farti andare via dall’Italia perché altrimenti perderebbero un cliente.

[amazon_link asins=’1983562858′ template=’ProductAd’ store=’fotiam-21′ marketplace=’IT’ link_id=’b2ee139a-0a6d-11e8-bb68-5183d643025e’]Vediamo di sfatare alcune bugie sostenute e messe in giro dai commercialisti nazional popolari:

1) Tesi errata: Le regole fiscali cambiano troppo velocemente per stargli dietro. Una tesi dei commercialisti nazional-popolari è che le normative cambiano troppo velocemente per cui impostare un’azienda su una normativa specifica è troppo rischioso perché l’anno successivo potrebbe essere cambiata.

Risposta: E’ vero che le normative tributarie italiane cambiano ogni dieci minuti. E’ per questo motivo che è possibile trasferirsi all’estero in paesi che fanno del risparmio fiscale la base della propria giurisdizione da secoli. Ci sono stati che basano la propria economia sul principio di risparmio fiscale da sempre. Si può star certi che in quegli stati le regole non cambiano. Senza contare che gli altri paesi del mondo sono molto più sensibili dell’Italia alle sorti della propria economia e non fanno scelte suicide come alzare l’aliquota fiscale in piena recessione.

2) Tesi errata: Alcuni commercialisti nazional-popolari sostengono che sotto una certa soglia di reddito non valga la pena fare ottimizzazione fiscale.

Risposta: In via di principio è vero, ma nulla vieta a un neo imprenditore che fattura 60.000 euro all’anno di ottimizzare l’imposizione fiscale senza alcun problema. Anzi chi è piccolo ha più interesse a ottimizzare perché in più breve tempo recupera nuove risorse per un’azienda in piena espansione.

3) Tesi errata: E’ la mancanza di marketing la causa dei tuoi fallimenti, non le tasse italiane.

Risposta: E’ vero che il marketing è la chiave per vendere di più, ma è anche vero che portoghesi e spagnoli non sono più attenti al marketing di quanto non siano francesi e italiani. Evidentemente il marketing non è tutto. Evidentemente, in sistemi non tartassati come il nostro, le aziende che hanno un debole sistema di marketing guadagnano lo stesso.

Quindi si può vivere e vedere proliferare la propria azienda anche senza marketing.

Ovviamente ti consiglio di studiare marketing e di aumentare le vendite, lungi da me invitarti a mettere in piedi il baraccone e vendere come se fossimo negli anni ‘60. Peraltro io non sono un consulente marketing quindi non saprei nemmeno cosa consigliarti.

Ma sicuramente intendo dire che gran parte dei problemi che abbiamo non dipendono dal fatto che vendi poco, bensì dal fatto che il fatturato ti viene decurtato del 50%.

E su questo non ci piove, lo vediamo tutti i giorni! Non se ne esce, il discorso di vendere di più ha dei limiti pesanti. Gli spagnoli sono maestri di marketing? I portoghesi sono tutti esperti di comunicazione?

Il marketing è fondamentale, ma deve essere applicato in un mare pescoso. Nessun pescatore si sognerebbe di acquistare 30.000 euro di attrezzatura e poi andare a pescare nel porticciolo sotto casa inquinato dal gasolio delle barche.

Se vuoi fare una grande pesca devi andare in mare pescosi e profondi. Lo stesso vale per il business: insieme alle tecniche di marketing devi anche ottimizzare il carico fiscale. Se da un lato fai entrare più clienti dall’altro devi far uscire meno soldi.

Dopotutto quelli che oggi hanno più successo nel business hanno un piede all’estero e si proteggono dalle imposte italiane.

Luca Taglialatela

Dottore commercialista e tributarista internazionale, creatore di Trasferimento Sicuro, il primo blog dedicato ai trasferimenti di residenza fiscale dall’Italia verso l’estero e Tax Planning Internazionale, il primo blog che insegna agli imprenditori come risparmiare fiscalmente sull’attività della propria azienda grazie al tax planning internazionale.

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