Come Non Pagare l’IVA Sulla vendita Dei Tuo Corsi Digitali

27 Maggio 2021

Massimo rispetto a quelli che, come te, si mettono al nostro servizio creando fantastici corsi online!

L’insegnamento è una delle professioni più antiche del mondo e quello della formazione è senza dubbio uno dei più grandi mercati del momento in termini di business. Non sempre però è semplice capire come, una volta trasformato il nostro sapere in corso digitale, è possibile sfruttarne i relativi ricavi restando in regola con il fisco.

Anche e soprattutto se il fisco con cui abbiamo a che fare non è uno soltanto!

E già, perché a ben vedere, una volta rivoltici al mercato anglofono ad esempio, il nostro corso potrebbe essere acquistato da chiunque in ogni parte del mondo … e gli obblighi che ne possono derivare in termini compliance con le differenti amministrazioni fiscali coinvolte di volta in volta sono m mostruosi … in termini burocratici e in termini di IVA.

Con questo post voglio provare allora ad aiutarti a come impattano le varie “imposte digitali” sulle tue vendite di corsi online.

Che studino marketing o fitness, la storia del mondo o come si investe in Crypto, è possibile che, all’atto di acquistare il corso, i tuoi studenti debbano pagare una cosiddetta “imposta sui consumi”. Come si determina l’ammontare di questa imposta, quale denominazione assume, quali paesi la applicano e con quali software puoi gestirla lo vediamo tra un attimo.

Che cosa devi considerare da subito

Se il tuo corso sia da considerarsi o meno un servizio digitale soggetto a imposta sulle vendite come ad esempio l’ IVA o imposte al consumo, dipende da più aspetti. Naturalmente, ogni giurisdizione ha le proprie caratteristiche. In generale però, il discrimina ruota attorno alla “scalabilità” del prodotto. Maggiore è l’automazione ossia la possibilità di “scaricare” il corso e goderne interamente seduti da casa senza far nulla, maggiore è la possibilità che l’IVA vada applicata. Ad esempio:

1. Webinar scaricabili vs. pre-registrati vs. dal vivo
Di norma i webinar tenuti dal vivo non sono tassati come prodotti digitali, ma alcuni paesi fanno addirittura distinzione tra quelli trasmessi in streaming e quelli scaricati, sebbene dal punto di vista tecnico entrambi siano “distribuiti elettronicamente”.

2. Automatizzati vs. interazione con e tra gli studenti
Il corso prevede l’interazione tra gli studenti o con il docente? Ha una componente di tutoraggio in tempo reale? Le valutazioni sono svolte da una persona, anziché da un computer? L’aspetto dell’automazione è determinante perché in genere i corsi online automatizzati sono soggetti a IVA, a differenza di quelli che prevedono interazione umana.

3. Gli studenti ottengono crediti formativi?
Di solito l’IVA è esclusa per i corsi online che danno crediti a studenti che frequentano un corso di studi. Al contrario, li si ritengono servizio digitale, e non educativo, soggetto a tassazione.

4. Il corso fornisce del materiale fisico?
I manuali o i CD venduti o consegnati con il corso online possono essere soggetti ad IVA.

La tassazione dei corsi online nei diversi paesi.

Stati Uniti

Sappiamo che il sistema americano di imposta sulle vendite è complesso e questo vale anche per i corsi online. Ogni stato ha norme proprie per l’apprendimento a distanza e i webinar. L’imponibilità dipende da vari dettagli tecnici, come ad esempio se il corso può essere scaricato o è trasmesso in streaming. Dovrai verificare le norme di ogni singolo stato.

Tieni presente, però, che 24 degli stati che compongono gli USA hanno sottoscritto lo Streamlined Sales and Use Tax Agreement(SSUTA), il che vuol dire che seguono lo stesso regolamento. Questo accordo garantisce un buon livello di coerenza e semplicità almeno per metà del paese, anche se l’aliquota sulla tassazione varia da stato a stato.

Il regolamento SSUTA sui corsi online e i webinar prevede che:

  • NO Sales TAX: “I servizi di apprendimento digitali online” non sono soggetti a tassazione. Quindi, se tieni il corso o il seminario dal vivo e in tempo reale non devi versare l’imposta sulle vendite.
  • NO Sales TAX “I partecipanti sono collegati tra loro e ai docenti via Internet o altre reti, così da poter fornire, ricevere e dibattere informazioni insieme tramite interazione dal vivo che avviene durante la presentazione.”
  • NO Sales TAX: “Il partecipante viene valutato dal docente, ossia non riceve punteggio o valutazione da parte di un computer o tramite una modalità interattiva automatizzata.”

Basta che il tuo progetto rispetti una di queste condizioni per essere escluso dall’applicazione della Sales TAX.

In sostanza, se tieni un corso pre-registrato e gli studenti non hanno modo di interagire tra loro durante la lezione e se le valutazioni sono automatiche, allora gli stati che hanno sottoscritto l’accordo SSUTA applicano la Sales Tax.

L’Unione Europea

Per fortuna tutti i 27 stati dell’Unione Europea seguono le stesse regole! Anche se il linguaggio resta piuttosto ostico. Diamo uno sguardo alla letteratura.

L’Europa ci dice: “L’insegnamento a distanza automatizzato il cui funzionamento tramite Internet o altre reti elettroniche e la cui fornitura richieda intervento umano limitato o nullo, come classi virtuali, tranne quando Internet o altra rete elettronica simile siano adoperate come strumento per la comunicazione tra docente e studente … [I corsi che prevedono l’utilizzo] di manuali completati online dagli studenti e valutati in forma automatizzata senza l’intervento umano.”

Ok… In altre parole, per quanto riguarda i corsi online, in Europa vigono norme sull’IVA molto simili a quelle SSUTA:

  • ESCLUSI DA IVA: Webinar e corsi dal vivo.(Attnz: verifica sempre con il tuo consulente fiscale!)
  • ESCLUSI DA IVA: Qualsiasi corso online che assegni crediti formativi a studenti iscritti regolarmente a un corso di studio.
  • APPLICANO l’IVA: corsi automatizzati, forniti elettronicamente, dove non si verifica interazione umana.

Nei casi in cui si applica l’IVA, essa va applicata secondo l’aliquota del paese di residenza del cliente.

Australia e Nuova Zelanda

La legislazione australiana e neozelandese relativa alle imposte su beni e servizi è piuttosto ampia (e anche vaga rispetto a quelle europee e americane). Non c’è alcuna sfumatura o postilla. La pagina ATO si limita a riportare che la norma si applica a “webinar o corsi tenuti da remoto” senza aggiungere altro.

Quindi la legislazione sulla tassazione di beni e servizi di fatto vale per qualsiasi tipo di corso online, senza distinzione di modalità (dal vivo o preregistrato) e tipologia di interazione.

Ma Australia e Nuova Zelanda hanno delle soglie di vendita per l’applicazione dell’IVA locale sui beni e i servizi, il che vuol dire che non sei tenuto ad addebitare un’imposta sul corso, salvo che tu non abbia superato un totale annuo di vendite piuttosto elevato in uno dei due paesi. In Australia, la soglia è di A$75,000, mentre in Nuova Zelanda è di NZD $60,000.

Come vendi il tuo corso?

Naturalmente, se fornisci servizi dal tuo sito web dovrai seguire le norme fiscali per i proprietari di attività commerciali indipendenti.

Invece, nel caso in cui ti appoggi a una piattaforma o a un marketplace per l’apprendimento a distanza, come negli esempi che riportiamo qui sotto, devi accertarti di quali siano i tuoi oneri fiscali. Alcuni siti applicano, riscuotono e versano l’imposta sui consumi al posto tuo, mentre altri lo fanno solo per alcuni step o per determinate aree geografiche.

2 piattaforme per i corsi online

Teachable

Teachable è una piattaforma che aiuta a produrre e vendere corsi online. La disponibilità a gestire l’imposta sui consumi dipende dal paese a cui viene fornito il servizio e se ci si serve del portale di pagamento proprietario.

Negli Stati Uniti, Teachable gestisce le imposte federali ma non quelle statali, il che lascia alla persona tutta una serie di calcoli complicati. Su questo punto la piattaforma consiglia di “addebitare un importo medio d’imposta al prezzo base di acquisto del corso, che utilizzerai per pagare le tasse.”

Invece per le vendite in Unione Europea, la piattaforma gestisce tutti gli step dell’IVA europea per coloro che si servono del portale di pagamento di Teachable, incluse le carte di debito e di credito, PayPal e Stripe. Applica l’imposta corretta, riscuote la tassa, e compila anche la dichiarazione dei redditi. Se fai uso di un gateway personalizzato, l’IVA viene caricata automaticamente sulla transazione, ma non puoi usufruire di assistenza per la compilazione della documentazione fiscale.

Tutti gli altri paesi sono tua sola responsabilità.

Udemy

Udemy è una piattaforma molto conosciuta che offre corsi online e soluzioni per l’apprendimento a distanza. Il sito gestisce l’imposta sui consumi per un numero limitato di paesi che al momento sono Unione Europea, Corea del Sud, Giappone, Nuova Zelanda e Australia. Gli studenti ricevono una mail che elenca separatamente le spese di costo fiscale e quelle del corso.

Per i paesi che non compaiono nell’elenco riportato, l’imposta sui consumi è tua responsabilità.

Luca Taglialatela

Dottore commercialista e tributarista internazionale, creatore di Trasferimento Sicuro, il primo blog dedicato ai trasferimenti di residenza fiscale dall’Italia verso l’estero e Tax Planning Internazionale, il primo blog che insegna agli imprenditori come risparmiare fiscalmente sull’attività della propria azienda grazie al tax planning internazionale.

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