DESTINATO A COLORO CHE VOGLIONO APRIRE UNA SOCIETA’ ALL’ESTERO MA HANNO LE IDEE CONFUSE.
Sono il Dr. Luca Taglialatela e mi occupo di diritto tributario da numerosi anni. Nell’arco della mia esperienza ne ho viste di tutti i colori: imprenditori aprire società all’estero allegramente e finire in lacrime dopo qualche, professionisti distrutti dalla Finanza per un conto corrente in Svizzera non dichiarato, persone che si recavano all’estero e dopo 5 anni si vedevano recapitare cartelle di Equitalia a 4 zeri e via dicendo.
Ma ho visto anche imprenditori che hanno abbattuto la tassazione in maniera radicale, operando liberamente con l’Italia e con altri paesi europei in totale tranquillità. Ho visto imprenditori prosperare e accrescere la propria redditività in maniera esponenziale, ottenendo finanziamenti e fiducia da parte delle banche.
La differenza tra questi due gruppi di imprenditori è dipesa da un unico fattore: il modo in cui hanno aperto la loro società all’estero.
C’è sempre una via legale per fare le cose, ma non è sempre la via più semplice. Ecco perché la maggioranza degli imprenditori preferisce aprire la società estera (o il conto corrente) in 3 giorni e poi affidarsi alla Dea bendata.
Niente di più facile, niente di più rischioso….
A qualcuno va bene e a qualcun altro invece va malissimo. Questo succede quando l’unica discriminante è la fortuna.
Ho deciso di creare questo documento orientativo per permettere a chi vuole aprire una società all’estero di farlo senza farsi male e senza commettere gli errori più comuni in cui si imbatte il 90% degli imprenditori.
Purtroppo non siamo più nei magici anni ‘80, oggi aprire una società all’estero può essere anche molto pericoloso, se non si rispettano alcuni accorgimenti particolari.
Aprire una società estera può renderti impossibile fare business
Quando si vuole aprire una società all’estero la gente ti guarda male. Questa pratica viene considerata generalmente, dalla persona comune, una attività illegale.
Voglio rassicurarti invece che è assolutamente lecito aprire una società all’estero e nessuno può attaccarti.
Ciò che al contrario può rendere questa procedura illecita è:
– la modalità in cui la apri,
– Il tipo di società che apri,
– come la dichiari nel tuo paese di residenza,
– dove decidi di pagare le imposte,
– quanti e quali trattati sussistono con il paese di incorporazione,
– dove effettivamente risiedi
– e soprattutto in quale giurisdizione apri la società.
Ognuna di queste variabili, se gestita erroneamente o con superficialità può determinare l’illegalità della tua impresa … e conseguenze molto pericolose.
1) Per esempio, se apri la società in una giurisdizione classificata “black list” è veramente difficile fare business in maniera cristallina. Le banche europee e non solo inizieranno a piantare paletti sulla tua attività:
- non ti faranno fare i bonifici,
- ti alzeranno i costi di gestione
- renderanno difficile farti pagare dai clienti,
- si nasconderanno dalle tue domande dietro fantomatici cavilli burocratici,
- ti faranno venire in filiale migliaia di volte per “stupide” e del tutto inutili firme
- e, se ti va ancora peggio, non ti apriranno neanche i conti correnti.
Chi ci è passato ha deciso di chiudere l’attività, preso dallo sconforto.
2) Sarà difficile accedere al credito! Se apri una società in una giurisdizione “borderline” sarà impossibile accedere al credito bancario. Le banche a causa delle nuove stringenti normative bancarie internazionali sono sempre più rigorose nella erogazione del credito. Stai sicuro che non ti concederanno nemmeno un centesimo se la tua società non rispetta tutti i canoni della trasparenza e del rischio stabilite dalla cosiddetta Basilea IV. .
3) Infine sappi che la Guardia di Finanza italiana ti farà piangere lacrime amare perché anche se fai tutto in regola ti tratterà come un evasore e cercherà di spillarti quanto più denaro è possibile.
[amazon_link asins=’1983562858′ template=’ProductAd’ store=’fotiam-21′ marketplace=’IT’ link_id=’19f13020-6edb-11e8-bd1c-8908f7180bb2′]I finanzieri italiani non vanno molto per il sottile, te lo posso dire per certo. Per cui se scoprono una società estera, senza pensarci troppo, la bollano come “esterovestizione”
La guardia di finanza non ha alcun problema a portarti in tribunale. Infatti i finanzieri vengono premiati solo sull’accertato e se lo Stato perde in giudizio paga solo la metà delle tue spese processuali.
Tu in caso di sconfitta paghi l’intero ammontare della multa e l’intero ammontare delle spese processuali; lo Stato, in caso di sconfitta, paga solo la metà delle tue spese processuali.
Le probabilità sono dalla sua parte. Statisticamente alla Guardia di Finanza conviene portarti in giudizio anche se non ha alcun indizio contro di te.
4) Come se non bastasse se dichiari erroneamente la tua situazione societaria e bancaria allo Stato in cui sei residente potresti trovarti nella imbarazzante situazione di non poter disporre del denaro che hai accumulato nel conto corrente della società all’estero. Quindi ti ritroveresti con un bel malloppo che appena prelevi ti viene contestato e letteralmente confiscato da tasse, more e sanzioni varie.
5) E infine sappi che se la giurisdizione in cui apri la società è considerata poco raccomandabile l’onere della prova è completamente scaricato su di te. Il che vuol dire che gli Uomini del Fisco possono accusarti di qualsiasi cosa senza uno straccio di prova ed è un problema tuo dimostrare la tua innocenza. Questa è una condizione di inferiorità giuridica in cui non metterei mai un mio cliente. Ma molti consulenti ignorano addirittura questa eventualità.
Ecco perché ci tengo nel dire che aprire una società all’estero è molto facile, ma la sua gestione non è uno scherzo. Soprattutto da quando l’OCSE ha inasprito la regolamentazione internazionale negli ultimi anni.
Come ritrovarsi con le manette ai polsi in pochi passi
Il problema è che aprire una società all’estero è estremamente semplice, gestirla è complicata. Posso dirti con assoluta certezza che il 60% di coloro che hanno una società all’estero hanno dei problemi di legalità.
Fino ad oggi tutto ciò non è stato un gran problema, ma da quando l’OCSE ha inasprito i controlli stanno cominciando a cadere parecchi imprenditori nelle maglie della “Giustizia Tributaria” italiana ed europea.
Oggi, per esempio, gli standard normativi introdotti dall’OCSE sono talmente fitti e rigorosi che è davvero semplice disattenderli senza neanche rendersene conto. Questo rende ovviamente semplicissima qualsiasi contestazione e/o accertamento da parte degli uomini del fisco.
Le regole stanno cambiando, sono più efficienti ed efficaci di prima. Le regole sono sempre più complesse ma i consulenti non si stanno aggiornando. Il 90% dei consulenti là fuori è completamente all’oscuro di tutte le seguenti normative e regolamenti (o, se anche ne sono a conoscenza, non tengono il passo con i costanti ed aggiornamenti):
- Direttiva Europea c.d. Madre-Figlia in materia di distribuzione di dividendi tra società collegate e controllate all’interno dell’Unione Europea
- Direttiva Interessi e Royalties
- Direttiva AML (anti-money-laundering)
- Direttive UE, DTT, FATCA, accordi TIEA inerenti lo scambio di informazioni finanziarie automatiche e su richiesta
- Direttive e normative nazionali di recepimento ed implementazione del progetto OCSE “BEPS” per contrastare l’elusione fiscale a livello internazionale
- Obblighi di Transfer Pricing
- Interpretazione ed applicazione dei trattati contro le doppie imposizioni anche e soprattutto alla luce del recentissimo MLI (trattato multilaterale tra Stati OCSE)
Prima di affidarti a qualsiasi consulente chiedigli dettagliatamente che cosa sa di queste normative. Se non ne sa nulla, scappa a gambe levate.
“Ma ai miei amici e colleghi non è mai successo nulla!”
I tuoi amici e colleghi sono stati fortunati, oppure hanno aperto una società all’estero quando era ancora relativamente facile. Oggi le cose sono cambiate radicalmente e negli ultimi anni pochi tributaristi hanno mantenuto la formazione professionale adeguata per affrontare questa nuova situazione normativa.
I tuoi amici sono finiti in uno dei due seguenti casi:
– sono stati abbastanza fortunati da aver aperto la società prima che venissero creati i database internazionali di contrasto all’evasione fiscale internazionale e prima che venissero varate le normative sullo scambio automatico di informazioni (ciò non toglie che possa ricevere accertamenti in futuro…)
– oppure gli Uomini del Fisco ancora non gli hanno fatto visita, ma lo faranno nei prossimi anni alla luce delle future previste automazioni.
La mia obiezione è quindi la seguente:
“perché rischiare quando si possono fare le cose in maniera corretta ed ottenere il medesimo risparmio fiscale?”
Il 90% degli imprenditori apre nel paese sbagliato
Dopo aver risolto il problema di come aprire correttamente la società estera è importante sapere dove aprirla in relazione alla tipologia di business che stai per creare.
Non è così semplice scegliere la località di apertura della società. Alcune località penalizzano alcune tipologie di business mentre altre località le favoriscono. Non so se hai avuto occasione di guardare la mappa di Trasferimento Sicuro che abbiamo prodotto in passato. Abbiamo realizzato una cartina geografica in cui indichiamo quali giurisdizioni sono più convenienti per ciascuna tipologia di business.
Se deciderai di affidarti a noi non mancheremo di fartene avere una copia. Puoi appenderla in ufficio, sarà molto utile per prendere decisioni assennate anche in futuro.
Facciamo alcuni esempi:
- Investire in criptovalute è molto più conveniente per il tramite di società incorporate in paesi dell’Europa Occidentale (più di quanto si possa pensare)
- Fare affiliate marketing è molto conveniente per il tramite di società incorporate in paesi tropicali o del middle east
- Fare e-commerce è estremamente conveniente per il tramite di di società incorporate in paesi dell’Europa Orientale o dell’America settentrionale
- Il gaming online è appannaggio di poche isole nel mondo
Si tratta naturalmente solo di alcuni esempi, le combinazioni poi sono infinite!
Del resto, come dico sempre io, “a ciascuno il suo!”: quali vantaggi otterrai dall’aprire la tua società in un paese che ha una legislazione favorevole al tuo settore di business?
In quell’area si concentrano consulenti che conoscono a menadito il tuo settore. I commercialisti locali sapranno come aggirare certo ostacoli legislativi, sapranno come farti accedere a finanziamenti destinati al tuo settore.
Il governo emetterà leggi, bandi, sovvenzioni e altro ancora per le società che appartengono a quel determinato settore.
Inoltre in quel paese/area si concentreranno i migliori impiegati con più esperienza in quel settore (è il caso molto emblematico dell’isola di Malta che ospita numerose aziende del gaming online).
Dimmi in che settore operi e ti dirò che paese sei!
La nostra consulenza si occupa di stabilire, in base alla tua tipologia di business, quale paese è più adatto alle tue esigenze.
Ecco perché prima di aprire la società la nostra procedura appare così macchinosa, in realtà non è affatto macchinosa. E’ scrupolosa!
Potremmo aprirti la società dove preferisci e quando preferisci.
“Ma non è così che opera un professionista”.
Durante la consulenza quindi ci occuperemo di eliminare ogni rischio fiscale, possibilità di frode ai danni dello Stato ed evasione fiscale (il 70% degli imprenditori che aprono all’estero rischiano una di queste accuse). Inoltre verificheremo anche quale paese è più adatto al tuo business in base alle normative nazionali, clusters esistenti, specificità di business.