È ufficiale: gli Emirati Arabi Uniti cambiano la propria imposizione fiscale. Lo Stato, che negli anni si è affermato come calamita per i business internazionali, ha stabilito di imporre un prelievo federale sugli utili societari a partire dal 2023.
Gli Emirati Arabi Uniti intendono indebolire la faccia negativa della loro medaglia, legata alla reputazione di paradiso fiscale sia per le imprese sia per i privati. Le decisioni fiscali appena accolte rappresentano l’ennesimo passo di un percorso già avviato qualche anno fa.
Nel 2018 gli EAU hanno introdotto l’imposta sul valore aggiunto del 5% e il dazio doganale del 5% sulle importazioni. Inoltre, hanno imputato una tassazione particolare al settore del petrolio e del gas, nonché l’aliquota del 20% sui profitti delle banche e delle compagnie assicurative operanti al di fuori delle zone franche.
Quali cambiamenti ci attendono quindi nei prossimi anni? Potremo ancora fare affidamento su uno dei paradisi fiscali più famosi al mondo o siamo destinati ad essere tassati, sempre e ovunque?
Con questa nuova imposizione fiscale, gli Emirati Arabi Uniti si allineano agli standard internazionali, fissando una tassa minima globale. Dato che negli ultimi anni si sono accesi i riflettori sulla loro ambigua trasparenza fiscale, con questa mossa gli EAU vogliono arginare le pratiche fiscali dannose; allo stesso tempo però intendono anche tutelare gli imprenditori che desiderano spostare o mantenere lì il proprio business.
La nuova imposizione fiscale
A partire dal 1 giugno 2023 negli Emirati Arabi Uniti entra in vigore la nuova tassazione al 9%. Si tratta di una percentuale, a detta di Izzat Dajani – ex banchiere senior di Goldman Sachs e Citigroup, ora amministratore delegato di IMCapital Partners Ltd con sede a Dubai – piuttosto ragionevole, considerati gli standard internazionali.
Chi sarà colpito dalla nuova tassazione?
Dovranno pagare le tasse per la prima volta tutte le imprese e le attività commerciali che supereranno la soglia fiscale di 375.000 dirham ($102.000). Le imprese saranno soggette all’imposta sulle società degli Emirati Arabi Uniti dall’inizio del loro primo esercizio finanziario avviato a partire dal 1 giugno 2023.
Al contrario, le imprese e start-up con un reddito imponibile inferiore a 375.000 dirham manterranno l’aliquota fiscale allo 0%.
L’imposta sulle società sarà calcolata sulla base degli utili d’impresa riportati in bilancio; tale bilancio dovrà essere redatto in conformità con i principi contabili accettati a livello internazionale, con eccezioni e adeguamenti minimi.
Le esenzioni dalla nuova imposta
Saranno esentate dalla nuova imposizione fiscale:
- le imprese che operano nel settore dell’estrazione naturale, in quanto ancora soggette all’imposta sulle società a livello emiratino;
- le società che operano all’interno delle zone franche nel rispetto dei requisiti normativi, a meno che non intessano relazioni commerciali con la terraferma.
Come sede internazionale, un’azienda degli Emirati Arabi Uniti sarà esente dal pagamento dell’imposta sulle plusvalenze e sui dividendi ricevuti dalle sue partecipazioni qualificate e le imposte estere saranno accreditate sull’imposta dovuta.
Gli Emirati Arabi Uniti non imporranno ritenute alla fonte sui pagamenti nazionali e transfrontalieri, né sottoporranno gli investitori stranieri che non esercitano attività negli Emirati Arabi Uniti all’imposta sulle società.
Infine, non applicheranno nessuna imposta sul reddito personale da lavoro, da immobili e investimenti, o su qualsiasi altro reddito maturato da una persona fisica che non deriva da un’attività commerciale autorizzata e intrapresa negli Emirati Arabi Uniti.
Come funzionerà la dichiarazione dei redditi?
Il regime fiscale societario degli Emirati Arabi Uniti garantirà che l’onere di adempimento sia ridotto al minimo per le imprese che redigono e mantengono bilanci adeguati.
Le imprese dovranno presentare una dichiarazione dei redditi aziendali per ogni anno finanziario, senza effettuare pagamenti anticipati o preparare dichiarazioni dei redditi provvisorie.
I prezzi di trasferimento e i requisiti di documentazione si applicheranno alle imprese degli EAU con riferimento alle linee guida dell’OCSE sui prezzi di trasferimento.
Un hub commerciale mondiale
Nonostante negli Emirati Arabi Uniti il costo della vita sia inevitabilmente aumentato, il governo si sta adoperando per far sì che gli stranieri permangano e lavorino nel Paese a lungo termine. D’altronde, sono proprio loro a costituire buona parte della popolazione attuale! In tal senso, dal 2020 le aziende non sono più obbligate ad avere azionisti emiratini e gli stranieri possono accedere più agevolmente al permesso di cittadinanza.
Si prevede che la capacità degli Emirati Arabi Uniti di attrarre investimenti stranieri non risenta di questa nuova imposizione fiscale; infatti, le zone franche continueranno a godere dei propri benefici fiscali e altri paesi del Golfo impongono già una più alta tassa sul reddito alle multinazionali che operano all’interno della loro economia. Di conseguenza, il regime fiscale societario degli Emirati Arabi Uniti rimarrà ancora uno dei più competitivi; lo Stato rafforzerà la propria posizione commerciale nel mondo e rimarrà una delle calamite più potenti per le imprese e per gli investimenti internazionali.
Cosa succederà in futuro?
Il ministero delle Finanze degli Emirati Arabi Uniti prevede di pubblicare ulteriori informazioni sul regime fiscale delle società degli Emirati Arabi Uniti verso la metà dell’anno per aiutare le imprese a prepararsi ed essere pienamente conformi. Un’ulteriore conferma della volontà dello Stato di tutelare tutti coloro che producono e produrranno lì la loro ricchezza.