In questo report ti spiego perché devi stare molto attento alla famiglia e agli affetti quando ti trasferisci all’estero e perché rischi un accertamento del Fisco se non prendi le precauzioni necessarie
Ti sei finalmente trasferito all’estero e ti sei iscritto regolarmente all’AIRE (il registro degli italiani all’estero). Sono passati anche diversi anni dal tuo trasferimento per cui hai deciso di prendere la residenza straniera. Visto che ti sei trasferito all’estero tanto vale prendersi la residenza in modo da dover pagare anche meno tasse. Dopotutto nulla ti vieta di tornare in Italia per visitare la tua famiglia.
Ah, già, quasi me ne dimenticavo: hai lasciato la famiglia e gli affetti in Italia. Ci sono tanti motivi per cui si può lasciare la famiglia in Italia:
- Tua moglie non vuole trasferirsi
- I figli devono fare le scuole italiane
- La tua permanenza all’estero non è definitiva e conti di tornare in Italia
- Sei in avanscoperta all’estero e la famiglia ti seguirà tra qualche anno.
Non so a quale categoria appartenga il tuo caso specifico, ma una cosa è certa: il tuo trasferimento all’estero ha un difetto sostanziale molto importante che potrebbe farti ricevere un accertamento dall’agenzia delle entrate e una multa decisamente salata.
Eppure tu ti sei realmente trasferito all’estero e vivi per la maggior parte dell’anno in un paese diverso dall’Italia. Lavori all’estero, fai la spesa all’estero, paghi l’affitto all’estero…. Perché l’Italia dovrebbe contestare la tua residenza fiscale estera? Perché dovrebbe mettere in dubbio il tuo trasferimento fiscale all’estero? Perché dovrebbe pretendere da te il pagamento delle imposte arretrate più una bella multa?
E’ molto semplice: perché i tuoi affetti e la tua famiglia sono in Italia!
Adesso leggi bene questo punto perché ti sto per far risparmiare migliaia di euro senza farti pagare la mia salata parcella (approfittane perché non lo faccio spesso). Secondo il Fisco italiano gli affetti e la famiglia contribuiscono in maniera determinante a definire dove è localizzato il tuo domicilio. Questo vuol dire che il paese dove hai la famiglia è il paese dove paghi le tasse.
E se faccio venire la mia famiglia in fretta all’estero mi salvo?
Hai scambiato il Fisco italiano per un asilo nido pieno di adorabili bambini indifesi? Se la tua famiglia resta in Italia anche pochi mesi mentre tu dichiari di vivere all’estero allora sei già fritto!
Il Fisco italiano ha 6 anni di tempo per venire a contestare questa tua dichiarazione mendace e poi punirti come sa fare solo lui. Significa che anche se tu pensi che non si sia accorto di nulla dopo 6 anni di vita tranquilla ti ritrovi una cartella dell’Agenzia delle Entrate che ti accusa di aver dichiarato il falso 5 anni prima e che adesso devi pagare arretrati e una salata sanzione. Niente male, non trovi?
Sto esagerando secondo te? Ok allora guardiamo alcuni casi concreti del passato e vediamo come ha fatto il Fisco a formulare la sanzione a certe persone che si erano trasferite all’estero, ma avevano gli affetti e i familiari in Italia.
Accertamento del Fisco a Valentino Rossi a causa della famiglia e degli affetti
Il pilota di moto GP Valentino Rossi era residente a Londra, ma i suoi familiari erano residenti in Italia (in una villa di Pesaro). Ebbene il Fisco italiano ha chiesto a Rossi di pagare 112 milioni di euro perché costui aveva, secondo l’agenzia, dichiarato il falso. Secondo i finanzieri, gli interessi familiari e affettivi di Rossi erano in Italia, per cui se ne deduceva che il suo domicilio non era a Londra ma in Italia.
Rossi ha cercato di dimostrare tramite biglietti aerei, fatture, affitto e bollette del gas che la sua residenza era a Londra, ma non c’è stato modo di convincere il Fisco. Alla fine i legali di Rossi sono riusciti a giungere ad un accordo di 35 milioni di euro da pagare in diverse rate.
Non è certo una storia a lieto fine per Valentino Rossi. Magari in questo momento ti stai consolando con l’idea che 35 milioni per Valentino Rossi non sono nulla e li può pagare a occhi chiusi. Ne sei convinto?
Sai quanto guadagna Rossi all’anno? 15 milioni di euro a stagione circa. Quindi è come se gli avessero confiscato 2 stagioni e mezzo di vita.
E’ come se a te che probabilmente guadagni intorno ai 100.000 euro all’anno ti chiedessero di pagare 225.000 euro perché tu moglie anziché seguirti all’estero è restata 4-5 mesi in Italia pagando affitto in Italia, facendo la spesa in Italia e guidando la macchina in Italia.
Ovviamente non ero io il tributarista di Valentino Rossi altrimenti non gli avrei permesso di fare questa stupidaggine. Non conosco i retroscena della vicenda e non so dirti chi avesse ragione tra le due controparti, ma una cosa è certa: il Fisco italiano può contestare il tuo domicilio se i tuoi affetti e la tua famiglia restano in Italia. Su questo non ci piove e ti assicuro che usa quest’arma molto spesso non solamente con i VIP.
Ecco alcune delle motivazioni che hanno incastrato Rossi come riportato dalla Gazzetta dello Sport:
- Rossi aveva una moto intestata a lui e alla famiglia parcheggiata nella casa di Pesaro
- I suoi famigliari (i suoi genitori Graziano e Stefania Palma, suo fratello Luca e sua sorella Clara) erano residenti a Tavullia in provincia di Pesaro.
- Anche il suo amico di infanzia (Alessio Salucci) era residente a Tavullia
- Gli autoveicoli presenti nel garage di Pesaro erano intestati a Valentino Rossi
- Quando Rossi è diventato testimonial di Telecom ha chiesto che il suo paese di origine fosse coperto dalla banda larga
Queste ed altre motivazioni hanno condotto le Guardie di Finanza a ritenere che gli affetti di Rossi fossero ancora in Italia. Se vuoi approfondire clicca qui e leggi l’articolo intero: “Fisco, Rossi incastrato così”
Dopotutto è assolutamente facile capire se un tuo familiare è ancora in Italia. Innanzitutto il certificato dello stato di famiglia è un documento che l’agenzia delle entrate ottiene automaticamente dai Comuni e dalle tue precedenti dichiarazioni dei redditi. Dopodiché il conto in banca intestato a te o a tua moglie registra dei prelievi o degli accrediti avvenuti in Italia. Questi dati vengono inviati regolarmente alla agenzia delle entrate e la frittata è fatta!
Senza che nessun finanziere debba alzarsi dalla sedia per venire a controllarti tutti i dati necessari per multarti vengono inoltrati automaticamente all’agenzia delle entrate che apre la tua pratica in meno di un’ora. Ma perché le multe ci mettono tanto tempo ad arrivare?
Perché successivamente il caso deve essere valutato da un finanziere e puoi immaginare quanti fascicoli in attesa di essere valutati ci sono. L’organico non è mai abbastanza quindi alla fine passano anni prima che un multa venga effettivamente notificata.
A questo punto, visto che il quadro è abbastanza chiaro hai solo una cosa da fare rivolgerti al mio studio per capire come evitare di cadere in questa maledetta trappola diabolica che produce molte più vittime di quanto tu creda.