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I 5 migliori Paesi per nomadi digitali

5 Novembre 2021

Dove trasferirsi per lavoro, quando si ha la totale libertà di un freelancer? Quali sono i migliori Paesi per nomadi digitali? Si sente spesso parlare delle più belle destinazioni al mondo, come le Barbados, o di quelle più affascinanti, come Dubai. In realtà, prima di scegliere dove dedicarsi allo smart working – o, più correttamente – all’home working in giro per il mondo, bisogna valutare una serie di aspetti che non riguardano solamente il clima, i servizi e le tasse.

L’onda positiva dei remote workers

Sono soprattutto i Millennial a svolgere tutte quelle attività dinamiche, creative e di recente sviluppo che richiedono solamente un pc e una connessione a internet per essere compiute. Eccoli, i nomadi digitali, non ancorati ad alcun ufficio o postazione di lavoro, che possono dedicarsi alle proprie attività ovunque vogliano, senza nessun vincolo.

Se oggi il lavoro da remoto è ampiamente diffuso, si stima che entro il 2035 diventerà la norma; non includerà più solo coloro che svolgono i cosiddetti nuovi mestieri digitali, ma anche i lavoratori oggi considerati tradizionali, la cui attività diventerà sempre più flessibile.

Trasformarsi da lavoratore da remoto a vero nomade digitale diventerà una vera e propria tendenza. E gli spostamenti professionali tra i vari Paesi aumenteranno sempre più. Ma ci sono diversi elementi da considerare prima di decidere di trasferirsi all’estero per lavorare e vivere bene.

Lavorare all’estero come freelancer: dove andare?

È possibile fare home working ovunque? Teoricamente sì, praticamente no.

La scelta del Paese in cui trasferirsi per lavoro deve partire dalla considerazione di alcuni aspetti imprescindibili rispetto alla propria attività. Lavorare all’estero porta con sé vantaggi e svantaggi. Per questo, prima di decidere dove andare in qualità di nomade digitale, non si possono trascurare elementi come:

  • spazi di coworking, per sentirsi meno soli, ma anche per intessere nuove e proficue relazioni professionali
  • tassazione e possibili agevolazioni, da cui trarre il massimo vantaggio economico
  • servizi di prima necessità, come mezzi di trasporto e velocità di connessione
  • vita culturale, da cui prendere idee e ispirazione per il proprio lavoro
  • visti e opportunità extra

 

Altrettanto importanti:

  • costo della vita
  • clima e vivibilità
  • attività per il tempo libero

I 5 migliori Paesi per nomadi digitali: dove conviene fare home working

Numerosi Paesi in tutto il mondo si sono resi conto delle opportunità economiche che i nomadi digitali offrono loro: al di là del tempo dedicato alla propria professione, il resto della giornata viene sfruttato soprattutto in “chiave turistica”.

In aumento in tutto il mondo, quindi, agevolazioni fiscali, visti e iniziative speciali riservati a chi decide di investire parte della propria vita in un Paese diverso dal proprio.

L’Europa stessa si sta muovendo sempre più in questo senso, aprendo le proprie porte anche ai nomadi digitali extra UE. Da ricordare che i cittadini UE possono trasferirsi in uno qualsiasi dei Paesi UE, senza necessità di registrazione, per un massimo di 3 mesi.

Considerando quanto detto, quali sono i migliori Paesi per nomadi digitali?

 

 

 

 

 

Nomadi digitali in Indonesia

Uno dei posti più famosi tra i nomadi digitali in cui andare a lavorare in smart working è sicuramente Bali, in Indonesia.

13 volte più economica di San Francisco, Bali è una delle mete più apprezzate al mondo perché unisce la maestosità della natura al bassissimo costo di vita.

Surfisti e amanti del mare qui trovano il Paradiso. Ma non è tutto: Bali è ricca di cultura, con templi e risaie, di divertimento, con spiagge e attività per tutti, e di spazi coworking.

Fare networking a Bali è facilissimo: basta trascorrere un po’ di tempo in uno dei coworking space, per trovare amici e altri nomadi digitali con cui condividere esperienze professionali e personali.

La connessione a internet è molto buona anche al di fuori degli spazi dedicati ai professionisti; il wi-fi ha una buona copertura sia nei bar e ristoranti sia nelle case.

Come detto, vivere a Bali non necessita di grosse somme di denaro: si può mangiare in un ristorante sulla spiaggia con soli 3 euro e affittare una camera con meno di 10 euro a notte.

Oltre a Bali, interessanti opportunità per i nomadi digitali si trovano nelle isole indonesiane vicine, come Lembongan, le Gili e Lombok.

Quanto si può rimanere in Indonesia? Con il Single entry Visa si può soggiornare per 60 giorni con la possibilità di rinnovo di ulteriori 30 giorni, per quattro volte; in alternativa, il Multiple entry Visa ha la validità di un anno per 60 giorni di soggiorno per ogni visita e non può essere prolungato e necessita della approvazione dalla direzione Generale  per l’Immigrazione di Jakarta.    

Nomadi digitali in Spagna

Buona parte dei freelancers vede nella Spagna una delle migliori destinazioni, per qualsiasi periodo di permanenza. In linea generale, le opportunità e il rapporto qualità/prezzo sono sicuramente apprezzabili.

Diverse le località particolarmente ambite, tra cui:

  • Canarie: la principale destinazione spagnola è Gran Canaria. L’isola, infatti, ospita una comunità di nomadi digitali particolarmente numerosa e attiva. Settimanali gli incontri e gli eventi dedicati, ottima la velocità di connessione, spazi di coworking e di coliving per tutte le tasche e tutti i gusti. Vivere alle Canarie implica un costo della vita un po’ più alto rispetto ad altre destinazioni, ma più basso della media europea. Da non dimenticare le attrazioni, le spiagge, il clima primaverile tutto l’anno e, in generale, l’alta qualità di vita.
  • Barcellona: architettura, arte e vita notturna rappresentano il perfetto connubio per tutti i nomadi digitali che desiderano lavorare, trovare ispirazione per il futuro e godersi il tempo libero. Gli stimoli sicuramente non mancano ai remote workers che, anche a Barcellona, trovano grandi e numerosi spazi per fare networking.
  • Altre destinazioni come Tenerife, Benidorm e Fuerteventura si stanno sempre più muovendo per implementare la propria offerta culturale e professionale dedicata ai freelancers di tutto il mondo.

 

La Spagna ha creato il visto per nomadi digitali proveniente da Paesi extra UE, denominato visto “di reddito”. Il requisito fa riferimento al reddito da lavoro straniero minimo, che dev’essere di almeno 26 mila euro all’anno. Il visto dura un anno, ma può essere prorogato a due. Durante la sua validità tutti gli introiti devono provenire da attività localizzate su territori non spagnoli.

Nomadi digitali in Estonia

È stato il primo Paese a creare l’e-residency, il programma di residenza digitale con cui gli imprenditori stranieri possono aprire la propria azienda all’interno dell’UE.

L’Estonia è una meta oggi molto ambita, grazie alla sua evidente predisposizione e apertura ai nuovi mestieri online. Le infrastrutture e la connessione a internet sono ottime; l’innovazione digitale è tra le più alte d’Europa.

Paese di nascita di numerose start-up e di aziende del calibro di Skype e Hotmail, ospita numerosi spazi di condivisione; allo stesso tempo offre numerose e variegate attività per amanti di laghi e foreste, innovatori digitali, escursionisti, freelancers in cerca di divertimento.

Il costo della vita medio-basso rende l’Estonia una delle migliori mete in cui trasferirsi all’estero… a patto che piaccia il clima freddo!

Con l’Estonia Digital Nomad Visa, tutti i nomadi digitali possono vivere nel Paese e lavorare in smart working per l’estero, per un anno. Principale requisito: dimostrare di aver guadagnato – in media – almeno 3500 euro nei sei mesi precedenti alla richiesta del visto.

Nomadi digitali in Portogallo

Dove fare smart working al mare, o meglio con vista oceano? Il Portogallo è sicuramente una destinazione da prendere in considerazione. Sole, eventi, feste, network ad hoc: il tutto con un costo della vita inferiore alla media europea.

Il clima mite 12 mesi all’anno, i servizi di qualità e i numerosi spazi coworking rappresentano un ulteriore incentivo. Ma dove lavorare in Portogallo? Come In Spagna, anche qui le opzioni sono diverse. Lisbona ospita una community di digital nomads davvero attiva e in espansione. Ma è Madeira il vero fiore all’occhiello di questo Paese.

L’isola di Madeira, infatti, ha dato vita al primo villaggio europeo riservato ai nomadi digitali, proprio nel 2021. Con l’obiettivo di diventare la punta di diamante europea per i remote workers di tutto il mondo, il progetto Digital Nomads Madeira includeva (da febbraio a giugno 2021) 100 spazi di lavoro gratuiti, connessione internet dalle 8 alle 22, vari servizi per tutti i lavoratori.

Il Portogallo offre a tutti i nomadi digitali lo status di residente non abituale, in modo tale che possano lavorare on-line da qualsiasi parte del mondo.

Nomadi digitali alle Mauritius

Dove andare a vivere come nomadi digitali? Una delle migliori destinazioni sono proprio loro: le Mauritius. Il sogno di tutti i freelancers e non!

Isola tropicale, clima fantastico e spiagge da sogno, palme e vulcani, ma anche le infrastrutture più all’avanguardia dell’intero continente, connessione a internet stabile, e spazi di coworking, soprattutto a Port Louis, la capitale.

Il sud dell’isola riserva una natura incontaminata, l’ideale per chi ama la pace e desidera trascorrere un periodo di isolamento dalla frenesia occidentale.

Da fine 2020, con il Premium Travel Visa, Mauritius consente a nomadi digitali e remote workers di soggiornare nel Paese, lavorando legalmente. Tale programma consente a tutti i professionisti di lavorare da remoto dalle Mauritius per un anno, con possibilità di proroga e di estensione anche alla propria famiglia.

A questo punto, come rispondere alla domanda “dove conviene lavorare all’estero”? Considerati questi 5 migliori Paesi per nomadi digitali, con rispettive opportunità e vantaggi, scegliere la propria meta futura è sicuramente più facile.

Luca Taglialatela

Dottore commercialista e tributarista internazionale, creatore di Trasferimento Sicuro, il primo blog dedicato ai trasferimenti di residenza fiscale dall’Italia verso l’estero e Tax Planning Internazionale, il primo blog che insegna agli imprenditori come risparmiare fiscalmente sull’attività della propria azienda grazie al tax planning internazionale.

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