Pianificazione Fiscale Internazionale: Perché Non Devi Confonderla Con l’Evasione Fiscale

18 Settembre 2015

In questo report scoprirai che la pianificazione fiscale è completamente diversa dall’evasione fiscale o dall’elusione. E’ una pratica 100% legale e protetta dalle convenzioni internazionali.

pianificazione evasione fiscale

Sarà bene che anche tu impari a capire fin da ora che cosa e’ lecito in ambito tributario e che cosa invece non lo e’.

Parecchi lettori mi contattano (prima di diventare miei clienti) praticamente in lacrime a causa di tutti i soldi che devono sborsare in sede di dichiarazione annuale dei redditi.

Questo capita perche’ il nostro sistema di tassazione prevede che i contribuenti – a un certo punto dell’anno – debbano versare non solo le tasse calcolate sul reddito dell’anno di imposta chiuso ma anche gli acconti delle tasse sul reddito che si formera’ alla chiusura dell’anno in corso (es. nel 2015 paghi le tasse sul reddito del 2014 ma paghi anche gli acconti sulle tasse del reddito 2015).

Questa e’ evidentemente una scelta del Governo (presente e passato) per fare o quantomeno per anticipare esigenze meramente di “cassa”.

Ma non parliamo di questo oggi.

Torniamo ai clienti che chiamano in lacrime. Nessuno vuole pagare le tasse, e’ inutile che ci giriamo intorno. Ma tutti le paghiamo a seconda del reddito che produciamo e del paese dove abbiamo stabilito i nostri interessi economici e patrimoniali.

Funziona cosi’ piu’ o meno in tutti i paesi della Terra, che ci piaccia o no.

Il punto su cui voglio attirare la tua attenzione oggi pero’ e’ un altro. Quelli che mi contattano hanno paura. Gia’, hai capito bene, hanno paura delle proprie azioni, e per questo pagano piu’ tasse di quanto sarebbe possibile pagarne.

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Non sono altro che “vittime” di un sistema mediatico (e perche’ no morale) che demonizza la pianificazione fiscale scambiandola e mettendola sul rogo dell’evasione fiscale.

Ma che cos’e’ l’evasione fiscale? Di cosa parliamo quando parliamo di elusione fiscale o di abuso del diritto? Davvero tutte le multinazionali del pianeta sono evasori, mostri a tre teste che sguazzano nei soldi sottratti ingiustamente agli Stati? Davvero gli Stati sono costretti (poverini) a rifarsi su chi non puo’ sottrarsi in alcun modo ai controlli: aziende nel territorio dello Stato, dipendenti, statali, piccoli lavoratori autonomi alle dipendenze di qualche studio legale?

Beh’, la risposta e’: dipende.

Dipende perche’ la differenza, come in tutte le cose, la fa la “conoscenza” della materia della fiscale.

Ma quello che devi metterti in testa fin da subito e’ questo:

la Pianificazione Fiscale Internazionale NON e’ Evasione Fiscale,
la Pianificazione Fiscale Internazionale NON e’ Elusione Fiscale
la Pianificazione Fiscale Internazionale NON e’ Abuso del Diritto

La Pianificazione Fiscale Internazionale NON e’ Evasione Fiscale

Un contribuente che deve pagare le tasse (ed il suo consulente) si trovano di fronte a scelte differenti:

possono applicare le norme fiscali alla lettera, di conseguenza determinano le loro basi imponibili e ci versano le imposte;
possono sfruttare le agevolazioni fiscali introdotte di tanto in tanto dai Governi per fare cassa (vedi ad esempio la “voluntary disclosure”);
possono individuare strategie di tax planning attraverso le quali e’ possibile, nel rispetto delle norme, ridurre o ottimizzare il carico fiscale.

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Ed evade ogni qualvolta lui (e il suo consulente) prescindono totalmente dalla legge.
Evadere vuol dire NON applicare le leggi, neache leggersele per curiosita’. Vuol dire non rispettare le leggi fiscali con l’intento preciso di non pagare le tasse.

Ora, l’intenzione di chi evade puo’ essere piu’ o meno grave: si puo’ omettere una dichiarazione dei redditi per pochi spiccioli fino ad arrivare alle frodi carosello e all’emissione di fatture false … capisci da solo che le conseguenze possono essere piu’ o meno gravi e, soprattutto, che la materia imponibile sottratta ad imposizione (le tasse in sostanza evase) puo’ essere piu o meno elevata.

Quindi, se la tua intenzione e’ precisamente quella di NON rispettare le norme fiscali sappi che sei a un passo dal diventare anche tu un evasore fiscale (proprio quelli di cui parlano a Report) e, “udite udite”, questo blog (e i miei servizi) non sono al tuo soldo.

La Pianificazione Fiscale Internazionale NON e’ Elusione Fiscale

Poi c’e’ l’elusione fiscale. Anche questa e’ una pratica non ammessa dagli ordinamenti tributari di tutto il mondo e anche questa non deve essere confusa con la pianificazione fiscale.

L’elusione fiscale consiste in un aggiramento delle norme tributarie al fine di ottenre un (indebito) risparmio di imposta che, evidentemente, la legge fiscale nom aveva previsto o non voleva concedere ai contribuenti.

Attenzione pero’ perche’ l’elusione consiste nel “leggersi le leggi” e trovare il modo di aggirarle e non nel “fregarsene” del tutto di quello che dice il legislatore. Si tratta di sfruttare a proprio vantaggio veri e propri “buchi” della legge o mancanze non ancora colmate.

Di fatto, si tratta di pratiche da sempre combattute dagli ordinamenti tributari mediante “accorgimenti” come ad esempio:

(i) la tassazione per trasparenza degli utili prodotti dalle imprese collegate o controllate in regime di Controlled Foreign Companies. Tradotto: se ti apri una societa’ controllata in un paradiso fiscale o a bassa tassazione (operazione lecita al 100%), tassi comunque il suo utile in Italia con le aliquote italiane.

(ii) il regime di deducibilita’ di costi derivanti da rapporti con fornitori localizzati in Paesi a fiscalita’ privilegiata. Tradotto: se il tuo principale fornitore si trova ad esempio in Malesia (dove puo’ sfruttare costi di produzione bassissimi), tu non puoi dedurti il costo sostenuto per quella fornitura a determinate condizioni.

Oltre ad aver disseminato l’intero ordinamento tributario di “accorgimenti” come quelli appena citati, il legislatore fiscale ha quindi introdotto una norma antielusiva generale contenuta nell’art. 37-bis del DPR n. 600 del 1973 la quale individua tutta una serie di operazioni potenzialnmente elusive che potrebbero essere mette in atto solo se suffragate da “valide ragioni economiche”.

In sostanza, il legislatore ammette tutte una serie di operazioni potenzialmente in gradi di alleggerire il carico fiscale (es.quelle straordinarie come fusioni, ristrutturazioni, aziendali, cessioni di rami d’azienda, ecc.) se strettamente connesse al proprio settore, al proprio business ossia solo se giustificabili in relazione alle azioni di business che si intende mettere in atto (es. ingresso in nuovi mercati, conseguimento di economie di scala, razionalizzazione del personale dipendente, ecc.).

Fai attenzione su un punto non da poco: l’elusione (a differenza dell’evasione) è sempre un fenomeno tracciato. Per mettere in atto un fenomeno elusivo devi sempre applicare delle norme e di conseguenza manifestare al fisco le tue intenzioni che restano impresse ad esempio nei bilanci, nelle dichiarazioni, nelle fatture, nei rendiconti, negli atti sociali, ecc. ecc.. Di conseguenza, il fisco puo’ sempre venirne a conoscenza e non puo’ dunque contestarvi di averlo frodato tacciandovi di reati ben piu’ gravi.

La Pianificazione Fiscale Internazionale NON e’ Abuso del Diritto

In questi ultimi anni si e’ andata poi radicando una nuova tendenza nell’ambito del diritto tributario internazionale: quella di tacciare di “abuso di diritto: pratiche di “utilizzazione distorta” delle norme tributarie.

La Corte di Cassazione, con la sentenza del 13 maggio 2009 n.10981, ha affermato che “il divieto di abuso del diritto si traduce in un principio generale antielusivo, il quale preclude al contribuente il conseguimento di vantaggi fiscali ottenuti mediante l’uso distorto, pur se non contrastante con alcuna specifica disposizione, di strumenti giuridici idonei ad ottenere un’agevolazione o un risparmio d’imposta, in difetto di ragioni economicamente apprezzabili che giustifichino l’operazione, diverse dalla mera aspettativa di quei benefici.

Tale principio trova fondamento, in tema di tributi non armonizzati, nei principi costituzionali di capacità contributiva e di progressività dell’imposizione, e non contrasta con il principio della riserva di legge, non traducendosi nell’imposizione di obblighi patrimoniali non derivanti dalla legge stessa, bensì nel disconoscimento degli effetti abusivi di negozi posti in essere al solo scopo di eludere l’applicazione di norme fiscali.

Esso comporta l’inopponibilità del negozio all’Amministrazione finanziaria, per ogni profilo di indebito vantaggio tributario che il contribuente pretenda di far discendere dall’operazione elusiva, anche diverso da quelli tipici eventualmente presi in considerazione da specifiche norme antielusive entrate in vigore in epoca successiva al compimento dell’operazione”.

D’altra parte non si può dimenticare quanto affermato dall’Avvocato generale nella ormai celeberrima sentenza Halifax: «La legge non impone di gestire un affare nel modo che assicuri allo Stato il maggior gettito fiscale».

Ad oggi, non esiste una legge che ne definisca il fenomeno in maniera precisa ma la Corte di Cassazione ne ha fissato la “fonte” addirittura all’interno dell’art. 53, commi 1 e 2 della Costituzione. L’abuso di diritto sarebbe pertanto e in qualche modo disciplinato dai i principi di capacita’ contributiva e progressivita’ dell’imposizione fiscale.

In sostanza, se applicando una norma tributaria, alteri la tua capacita’ contributiva (capacita’ di partecipare con i tuoi profitti al bene del Paese …) rischi di essere accusato di aver distorto ingiustamente gli strumenti giuridici per trarne un vantaggio fiscale.

Anche in questo caso, ad ogni modo, in presenza di “valide ragioni economiche” se ne puo’ parlare. Se lo hai fatto per il business, e puoi provarlo, allora puoi stare tranquillopotrebbe andarti bene.

NOTA BENE

Il comma 1 dell’articolo 1 del Dlgs 128/2015, inserendo nello Statuto dei diritti del contribuente (legge 212/2000), il nuovo articolo 10-bis, rubricato Disciplina dell’abuso del diritto o elusione fiscale, ha unificato in un unico concetto sia l’abuso di diritto che l’elusione fscale.

Di conseguenza, i due termini possono ora essere considerati equipollenti e utilizzati indifferentemente.

Il comma 1 del nuovo articolo 10-bis contiene una sintetica, ma completa definizione di abuso del diritto, in base alla quale “configurano abuso del diritto una o più operazioni prive di sostanza economica che, pur nel rispetto formale delle norme fiscali, realizzano essenzialmente vantaggi fiscali indebiti”.

Tre, quindi, sono i presupposti per la sussistenza dell’abuso:
assenza di sostanza economica dell’operazione,
realizzazione di un vantaggio fiscale indebito,
la circostanza che l’indebito vantaggio fiscale è l’effetto essenziale dell’operazione.

Il comma 2 chiarisce che sono operazioni prive di sostanza economica “i fatti, gli atti e i contratti, anche tra loro collegati, inidonei a produrre effetti significativi diversi dai vantaggi fiscali”. Si considerano vantaggi fiscali indebiti “i benefici, anche non immediati, realizzati in contrasto con le finalità delle norme fiscali o con i principi dell’ordinamento tributario”.

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In base al comma 3, invece, non possono in ogni caso essere ritenute abusive “le operazioni giustificate da valide ragioni extrafiscali non marginali, anche dettate da esigenze di ordine organizzativo o gestionale, che rispondono a finalità di miglioramento strutturale o funzionale dell’impresa o dell’attività professionale del contribuente”.

Tuttavia, il contribuente può ancora legittimamente perseguire un risparmio di imposta, scegliendo tra regimi opzionali diversi previsti dall’ordinamento e tra operazioni da cui derivi un diverso carico fiscale.

Che cosa e’ allora la Pianificazione Fiscale Internazionale

Si tratta in buona sostanza di ridurre il tuo carico delle imposte in maniera coerente con le finalita’ delle norme fiscali. Si tratta di sfruttare le tue valide (se non validissime) ragioni economiche nel rispetto della norma e del tuo portafogli.

Si tratta di:

  • evitare nella maniera piu’ assoluta l’evasione fiscale (perche’ illegale e pericolosa)
  • conoscere la totalita’ delle norme anti-elusive previste dai vari ordinamenti fiscali
  • prevedere piu’ possibilita’ tra loro alternative e prediligere quella che si dimostra maggiormente coerente con lo scopo delle leggi tributarie
  • non “abusare del diritto” in quanto non si intende “distorcere” alcuna capacita’ contributiva illecitamente

Ovviamente gli strumenti di una buona e consapevole pianificazione fiscale sono numerosi e spesso di non facile applicazione ma, in linea di principio, si sostanziano in strumenti di

  • abbattimento del reddito
  • formazione del reddito
  • diversione del reddito

Come e quando lo vedremo poi.

Ma da ora in poi agisci consapevole. Non lasciarti deviare dall’informazione o da chi non ha gli strumenti per farlo.

Pianificare la strategia fiscale della tua impresa non e’ un reato, e’ un tuo preciso dovere.

Luca Taglialatela

Dottore commercialista e tributarista internazionale, creatore di Trasferimento Sicuro, il primo blog dedicato ai trasferimenti di residenza fiscale dall’Italia verso l’estero e Tax Planning Internazionale, il primo blog che insegna agli imprenditori come risparmiare fiscalmente sull’attività della propria azienda grazie al tax planning internazionale.

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