Fisco Italiano: Scopri Perché non Ti fa Decollare

1 Giugno 2015
In questo report scoprirai perché a causa del Fisco italiano nel tuo settore, quale esso sia, sei matematicamente il più sfigato a livello mondiale nonostante le tue capacità e abilità indiscusse.

fisco italiano

Se hai avviato un attività commerciale in Italia sappi che sei il più sfigato al mondo nel tuo settore. Lo so, sembra una follia, ma se ci pensi è proprio così. Il Fisco italiano fa di tutto per metterti il bastone tra le ruote.

Non dipende da te o dalle tue abilità, sono convinto che tu sia bravissimo nel tuo lavoro. Il problema è che il semplice nascere in Italia ti ha messo in una condizione di svantaggio cronico rispetto al resto del mondo. Leggendo le pagine seguenti capirai perché posso affermare ciò con assoluta certezza.

Innanzitutto, prima di cacciare fuori le tabelle con i numeri bisogna dire che non c’è bisogno di grandi studi per capirlo. Te ne sarai reso conto da solo: l’economia è stagnante, le persone non comprano.

Come puoi immaginare, in Italia la pressione fiscale è la più alta al mondo (dopo vedremo perché). Possiamo dire con certezza che in qualsiasi settore ti trovi pagherai delle tasse altissime rispetto agli altri tuoi concorrenti in qualsiasi altra parte del mondo. I servizi che ricevi invece sono tra i più mediocri d’Europa.

Se sei un web designer farai la stessa fatica di un web designer inglese o russo, ma i soldi che ti spettano saranno violentemente decurtati dallo Stato italiano. Se sei un falegname farai la stessa fatica di un falegname israeliano (il legno è duro dappertutto), ma le tasse che pagherai saranno molto più alte. Questo vale in ogni settore, se sei italiano dovrai farti carico di una tassazione fuori dalla norma.

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Il problema dell’imposizione fiscale è che è proporzionale al reddito, quindi più guadagni più la paghi. Qualsiasi cifra guadagni sarai sempre il più sfigato nel tuo settore a livello mondiale.

Ora potresti domandarti che mi sbaglio e che guardando le classifiche ufficiali dell’OCSE e delle organizzazioni internazionali che si occupano di queste analisi in realtà l’Italia appare terza per gettito fiscale rispetto al PIL. Secondo le classifiche ufficiali, infatti, l’Italia è il terzo paese al mondo con la tassazione più alta. Ma io ti dimostrerò a breve che in realtà è il primo.

Quindi stando alle analisi ufficiali l’Italia è il terzo paese con le tasse più alte rispetto al proprio PIL. I primi due sono Danimarca (48,2%) e Svezia (46,4%)… solo dopo c’è l’Italia (43,5%).

Sei mai stato in un paese scandinavo? L’amministrazione pubblica e le infrastrutture di questi paesi sono pressocchè perfette. Questi paesi hanno una tassazione elevata ma offrono ai propri cittadini servizi eccezionali che noi non siamo nemmeno in grado di sognare la notte.

Chi sono invece i paesi che seguono l’Italia nella classifica dell’imposizione fiscale? Ci sono paesi come l’Austria, la Norvegia, la Svezia, l’Olanda, la Francia, Germania…

Anche questi sono tutti paesi super efficienti le cui infrastrutture non si possono comparare con quelle italiane.

Quindi ricapitolando l’Italia è tra i paesi con la tassazione più alta al mondo (in realtà ha la tassazione più alta in assoluto) ed è circondata da democrazie super efficienti, con infrastrutture incredibili e servizi inarivvabili. Viceversa l’Italia ha infrastrutture mediocri e servizi poco efficienti.

I servizi italiani, per qualità, sono molto simili a quelli degli altri paesi del mediterraneo (Spagna, Grecia). Quindi sarebbe curioso verificare che tipo di tassazione hanno i paesi più simili a noi.

I paesi più simili all’Italia (Spagna, Grecia e Portogallo) hanno un livello di imposizione fiscale rispetto al PIL decisamente minore che si aggira intorno al 30%. La tassazione ufficiale in Italia invece arriva al 43% (vedremo che in realtà è molto più alta).

Quindi, per capirci, il contribuente italiano deve pagare le tasse che paga un cittadino svedese, ma ricevere i servizi di un cittadino portoghese.

Il contribuente svedese paga tasse molto alte e in cambio riceve banda larga super veloce, amministrazione efficiente, criminalità zero, stipendio sociale per i disoccupati e altri servizi che noi nemmeno ci immaginiamo. Il contribuente portoghese paga tasse medie e riceve servizi simili ai nostri. Il contribuente italiano paga tasse molto elevate e riceve servizi simili al Portogallo.

C’è qualcosa che non torna, dove vanno a finire questi soldi?

In quanto imprenditore non hai speranze perché ti trovi a competere con imprenditori nel tuo stesso settore che ti fanno le scarpe senza problemi. Puoi essere il più bravo del mondo, ma i tuoi prezzi devono essere alti per sopportare tale livello di tassazione. Se guadagni 500 euro da un qualsiasi lavoro, 250 vanno in tasse. L’alternativa è lavorare di più oppure aumentare i prezzi. Ma se aumenti semplicemente i prezzi il cliente va da un concorrente, magari straniero (Io personalmente mi rivolgo solo a web designer stranieri).

Fisco italiano: la tassazione effettiva è molto più alta

Ma non è finita qui, infatti a quanto pare l’Italia non è nemmeno al terzo posto per pressione fiscale, ma al primo. Infatti secondo lo studio di Confcommercio (2014) il calcolo ufficiale realizzato dall’Agenzia delle Entrate è sbagliato. Secondo la Confcommercio la pressione fiscale effettiva in Italia è molto più alta, raggiungerebbe il 52%.

Secondo la Fondazione dei dottori commercialisti:

La pressione fiscale viene infatti ricavata come rapporto tra prelievi coattivi e Pil. Ma, notano i commercialisti, “l’esigenza di stimare una misura di Pil confrontabile con quello degli altri paesi ha portato ad includere” nella misura del prodotto interno lordo “anche l’economia sommersa“. Di conseguenza “il valore di pressione fiscale ufficiale che ne risulta spalma il prelievo tributario anche sui redditi che, in realtà, poiché occultati al fisco, non hanno pagato imposte, sottostimando conseguentemente il sacrificio sopportato dalla parte di Pil effettivamente incisa dal prelievo fiscale”.

Risultato: “Mentre nella classifica della ‘pressione fiscale ufficiale’ l’Italia, con il 43,8%, è al quinto posto in Europa, dopo l’Austria, in quella della ‘pressione fiscale effettiva’ è assolutamente prima con il 52,2%, distanziando di oltre 2 punti percentuali la seconda, rappresentata dalla Danimarca”. Si tratta di 8,4 punti percentuali in più rispetto al dato ufficiale.

Quindi, ricapitolando, l’Italia che offre i servizi peggiori di tutta Europa, insieme a Grecia e Portogallo, ha l’imposizione fiscale più elevata del mondo. Mi dici in che condizioni hai intenzione di fare impresa? Come puoi pretendere di fare carriera o di affermarti sul mercato?

Non hai nessuna speranza!

Basta buttare il sangue per ingozzare amministratori incapaci

Non avevi bisogno di questo articolo per renderti conto che a causa del Fisco italiano stai facendo una fatica micidiale per ingozzare qualche amministratore corrotto. Non ci vuole un professore in economia per rendersi conto che c’è qualcosa di strano.

Come è possibile che solo le aziende che esportano riescono a fare fatturati interessanti? E’ ovvio, il 52% della nostra capacità di acquisto è drenata nelle casse statali per poi sparire da qualche parte (sappiamo dove).

Quindi davanti a te hai una scelta: continuare ad ingozzare amministratori incompetenti e politici falliti oppure prendere le valige, dare un bacio in fronte alla mamma e andartene in un paese più civilizzato.

Non hai molte alternative se vuoi fare impresa seriamente. Non puoi restare in Italia perché non hai i margini sufficienti per fare impresa. Fatti due conti.

Nel resto del mondo non si fanno impietosire dalla tua sfortuna. Se possono vendere un prodotto o un servizio a 200 euro in meno per fregarti il cliente, lo fanno volentieri. Tu non puoi a meno che non decidi di lavorare gratis.

Qualora, invece, i tuoi margini sono abbastanza alti da farti guadagnare dignitosamente, dimmi cosa ti tiene tanto legato al paese delle tasse. Se ti piace il clima mediterraneo puoi andare in molti paesi con una tassazione bassa, clima mediterraneo e una cucina molto buona: Libano, Malta, Spagna, Cipro…

Qualsiasi paese è migliore dell’Italia dal punto di vista fiscale, puoi starne certo. Se lasci l’Italia non devi abbandonare la tua impresa, puoi trasferirla co te e conservare i clienti italiani. Quindi, per te, non cambia nulla e i margini salgono automaticamente.

Inoltre una volta effettuato definitivamente il trasferimento di residenza nulla ti vieta di tornare in Italia per brevi periodi all’anno (3-4 mesi in Italia te li puoi fare tranquillamente).

Chi ha già intrapreso questa strada oggi vede la propria azienda fiorire e il proprio stile di vita migliorato. Le testimonianze che ci arrivano da coloro che hanno scelto di vivere in un paese del mediterraneo fiscalmente più civile sono straordinarie. Il lavoro è dimezzato e gli incassi aumentati.

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Luca Taglialatela

Dottore commercialista e tributarista internazionale, creatore di Trasferimento Sicuro, il primo blog dedicato ai trasferimenti di residenza fiscale dall’Italia verso l’estero e Tax Planning Internazionale, il primo blog che insegna agli imprenditori come risparmiare fiscalmente sull’attività della propria azienda grazie al tax planning internazionale.

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