In questo report ti spiego quali sono le principali tipologie di tassazione nel mondo e quale tipo di sistema devi scegliere tu per abbattere l’imposizione fiscale.
Non tutti i paesi sono uguali e questo vale anche per quanto riguarda il mondo delle imposte, delle tasse e dei balzelli. Infatti noi tributaristi dividiamo gli Stati in 3 categorie: i paesi che hanno una tassazione worldwide, i paesi che hanno una tassazione territoriale e infine i paesi che hanno una tassazione su base di cittadinanza. L’ultima categoria è abbastanza sparuta visto che ne fanno parte solo due paesi (gli Stati Uniti e l’Eritrea). Il resto dei paesi invece si divide tra le prime due categorie.
Questi sistemi si basano su filosofie diverse e puntano a raggiungere obiettivi differenti.
Generalmente i sistemi a tassazione territoriale sono di origine anglosassone mentre quelli di origine worldwide sono di stampo continentale europeo. Ovviamente è una generalizzazione, ma la si tenga presente.
Vediamo nel dettaglio questi 3 sistemi e spieghiamoli:
1) Tassazione worldwide: questo tipo di tassazione è la più diffusa al mondo ed è applicata dalla maggioranza degli Stati europei e mondiali. La worldwide taxation stabilisce che tutti i residenti in un dato paese devono pagare le tasse su tutte le fonti di reddito, sia quelle che hanno origine nel territorio dello Stato che quelle originate fuori dal territorio dello Stato.
Esempio: una persona fisica residente in Italia effettua servizi di consulenza nei confronti di soggetti italiani e spagnoli. Ebbene, questi pagherà le imposte sia sul reddito generato dalla vendita dei suoi servizi in Italia che dalla vendita dei servizi in Spagna. Insomma, tutto quello che guadagna viene sottoposto alla tassazione italiana, a prescindere da dove sia localizzata la sua fonte di reddito.
2) Tassazione territoriale: questo tipo di tassazione è molto meno diffuso perché è molto rischiosa dal punto di vista dello Stato. Secondo la tassazione territoriale un soggetto fiscalmente residente paga le imposte solo sul reddito generato entro i confini del paese dove egli è residente. Per quanto riguarda l’Europa questo tipo di tassazione è presente nei seguenti quattro paesi: Malta, Regno Unito, Irlanda e Portogallo. Paesi vicini che hanno una tassazione simile sono Georgia e Libano. Poi ci sono Hong Kong e la Malesia. L’obiettivo del sistema territoriale è quello di attirare le aziende straniere sul proprio territorio per acquisire know-how, e per fare cassa con le spese di gestione. Infatti l’idea è che tali categorie di soggetti comunque non sarebbero sottoposti all’imposizione di quei territori, per cui, attirandoli senza fargli pagare le tasse non farebbero perdere un solo euro all’erario di quei paesi. Facciamo molta attenzione però. Si tratta di una generalizzazione estrema poiché le regole cambiano di paese in paese ed i requisiti per accedere a questo tipo di tassazione (cioè zero tasse per i redditi prodotti fuori dai confini nazionali) sono molto differenti tra loro e si applicano a differenti categorie di soggetti.
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3) Tassazione su base di cittadinanza: questo è il sistema meno diffuso al mondo perché è applicato solo negli USA e in Eritrea. Tale sistema consiste nel fatto che il cittadino americano paga le tasse negli USA anche se è residente in un paese straniero. E’ per questo motivo che gli americani sono così fissati con l’acquisizione di un secondo passaporto, perché l’unico modo per smettere di pagare le tasse negli USA è quello di perdere la cittadinanza americana. Si potrebbe capire perché lo facciano gli USA viste le loro ambizioni imperiali (hanno basi militari situate in tutto il mondo) ma che lo faccia l’Eritrea è alquanto ironico.
Esempio: un cittadino americano si trasferisce in Spagna e decide di viverci acquisendo la residenza permanente. Ebbene il governo americano continuerà a pretendere da lui che paghi le tasse negli USA (c’è una serie di deduzioni per coloro che vivono all’estero). Questo è il costo che si paga per avere il privilegio di essere americani.
Fai Molta Attenzione a quanto sto per dirti
La maggior parte degli Stati sul globo terrestre applica i primi due tipi di tassazione: quella cosiddetta “worldwide” e quella territoriale, con una differenza sostanziale: la tassazione worldwide viene applicata ai soggetti fiscalmente residenti mentre quella territoriale viene applicata ai soggetti fiscalmente non residenti.
Ti faccio un esempio per farti capire meglio. Tu che vivi in Italia e vendi in Spagna, sarai in ogni caso tassato sul reddito prodotto anche in Spagna, non ci sono santi. D’altro canto devi fare attenzione che non ti tassi anche la Spagna per il reddito che deriva dal mercato spagnolo. E già, hai capito bene. In questo esempio, infatti, l’Italia ti tassa sulla base del principio della worldwide taxation, mentre la Spagna – che ti considera un soggetto NON fiscalmente residente, vorrà tassarti per i redditi che tu produci nel suo territorio in applicazione del sistema territoriale.
In Italia vale lostesso, il fisco tenterà di tassare i redditi prodotti da soggetti spagnoli.
Questo accavallarsi di sistemi di tassazione provoca spesso e volentieri alla cosiddetta doppia tassazione internazionale in cui, evidentemente, lo stesso reddito viene tassato per ben due volte: la prima sulla base della tua residenza fiscale dal tuo cosiddetto “Country of Residence” e la seconda sulla base della fonte del reddito dal cosiddetto “Country of Source”. Questo fenomeno è combattuto e cauterizzato dalle Convenzioni contro le doppie imposizioni che intervengono, ove esistenti e comunque non sempre, ad evitare bagni di sangue.
Quale tipo di tassazione deve preferire chi si trasferisce all’estero?
In realtà non esiste un sistema migliore di un altro dal punto di vista dell’imprenditore che si trasferisce all’estero. Tutto dipende da ciò che intendi fare e come è strutturata la tua attività.
In generale ho sempre preferito l’opzione della tassazione territoriale perché ti permette di abbattere la tassazione fino a cifre veramente irrisorie in maniera completamente legale. Il problema è che in questi ultimi anni l’OCSE si è impuntata e ha deciso di rendere complicata la vita a questi paesi che offrono questo tipo di imposizione ai soggetti non fiscalmente residenti.
Tuttavia la tassazione territoriale è ancora un sistema validissimo e pienamente legale. E’ diffuso in molti paesi in giro per il mondo: Hong Kong, Malesia, Tailandia, Georgia, Libano, Malta, Panama, Paraguay, Belize ecc.
Ma, senza andare a scomodare i sistemi territoriali, ci sono anche sistemi worldwide molto vantaggiosi come Ungheria, Andorra, Bulgaria, Montenegro e Macedonia che hanno un’imposizione personale e aziendale intorno al 10%. Questi sistemi sono più semplici da un punto di vista di architettura fiscale e li consiglio alla maggioranza dei miei clienti. I costi di gestione sono molto più bassi e le tempistiche di creazione della società più veloci perché si fa tutto nello stesso paese (residenza, società e conto corrente). Anche il profilo normativo dell’azienda è più chiaro e definito a livello internazionale.
Ovviamente dipende da ciò che interessa al cliente: semplicità di gestione oppure tassazione vicina allo 0%?