Tasse del Capital Gain sul Trading Online

13 Maggio 2020

Se oggi siamo fiscalmente residenti in Italia dovremmo prendere seriamente in considerazione l’idea di trasferire la nostra residenza fiscale in altri paesi che ci danno la possibilità di detassare parzialmente o totalmente il nostro Capital Gain.

L’attuale tassazione sul Capital Gain e sugli altri strumenti finanziari, in Italia, equivale al 26%, ma in altri paesi a poca distanza dal confine del territorio nazionale vi è la possibilità di ottenere una notevole detassazione.

Noi di Soluzione Zeta esponiamo in totale trasparenza ai nostri clienti tutte le caratteristiche da prendere in considerazione quando si vuole ottenere una detassazione sul Capital Gain attraverso delle condizioni che vanno pre-verificate.

Esistono quattro condizioni da tenere necessariamente in considerazione:

  1. Esiste una differenza sostanziale tra trader amatoriali e trader professionisti, tendenzialmente i primi non sono soggetti a tassazione a differenza dei secondi.
  2. Scegliere con intelligenza la nuova residenza fiscale in base alle nostre condizioni di trading.
  3. Valutare se inserire un trust, una società o una fondazione tra noi e i nostri redditi da Capital Gain.
  4. Tenere in considerazione la location del broker dal quale si può incorrere a tassazioni indesiderate, ma totalmente gestibili in fase di pianificazione fiscale.

Esistono paesi europei ed extra europei in cui è possibile ottenere una detassazione alcune volte anche completa del Capital Gain.

Fate attenzione a non superare il limite tra trader amatoriale e trader professionista, poiché si rischierebbe di incorrere nella Capital Gain tax o ancor peggio, in Capital Gain inteso come reddito personale.

Ogni stato ha le proprie condizioni, ma generalmente il comune denominatore è la situazione della contribuzione del trader a tutto tondo, ovvero se il nostro reddito in maggioranza non deriva da trading verremo considerati non professionisti. Nei paesi del Benelux se veniamo considerati non professionisti, ad esempio, veniamo esentati dalle tassazioni che riguardano invece i professionisti.

In Belgio altro fattore importante di cui tener conto è la durata del periodo del titolo che stiamo trattenendo; se tratteniamo quel titolo per più di sei mesi il trading non viene riconosciuto come trading ad intento speculativo.

Altri paesi ancora invece tengono conto di quante operazioni vengono fatte nel corso di un periodo che può essere un giorno, una settimana o anche un mese, ed oltre a questo fanno attenzione anche alla complessità del titolo da noi trattato.

 

In Svizzera ad esempio bisogna stare attenti al fatto che il nostro reddito non derivi oltre il 50% da trading in modo da non essere tassati, altrimenti verremo considerati trader professionisti e tassati come tali. Ovviamente la tassazione varia da paese a paese e dunque bisogna optare per il paese più indicato tenendo conto di quale paese ci permette una maggiore percentuale di reddito da trading ed una minore di aliquota.

Tra i vari stati da privilegiare abbiamo gli UK, l’Irlanda del Sud e Malta che applicano una tassazione inferiore al 20%, in alcuni casi anche intorno al 5%.

Altri paesi da tenere in considerazione sono i paesi dell’Europa dell’est che attraverso la possibilità di operare attraverso società offshore, ci permetterebbero di essere totalmente esclusi dalle tassazioni del Capital Gain.

Altri paesi su cui poter fare buone considerazioni per i nostri interessi sono Panama, Singapore, Malesia, Filippine, Costa Rica e sicuramente Paraguay, poiché sono a tassazione territoriale.

Altro punto, come detto in precedenza di notevole rilevanza, riguarda l’interporre tra la nostra persona fisica ed il nostro reddito da Capital Gain un veicolo esterno come ad esempio una società o una fondazione che ci tuteli dal punto di vista della nostra privacy, ma che allo stesso tempo ci dia accesso ad un risparmio fiscale poiché situata in un diverso stato, soggetta dunque ad una diversa tassazione, ovviamente stando bene attenti che sia inferiore a quella italiana, anche se non è poi così difficile che si verifichi un tale evento.

Attenzione alla location del Broker

Infine, va tenuto conto della location del broker poiché potrebbero giungerci effetti indesiderati, dobbiamo essere certi che tra il paese della nostra residenza fiscale e la location del broker vi sia un trattato contro le doppie imposizioni, in modo da non subire una tassazione da entrambi gli stati sul nostro reddito da Capital Gain.

Ovviamente ogni situazione è a sé, ma generalmente è da evitare di avere il broker nella stessa nazione della nostra residenza fiscale.

Ovviamente queste erano solo alcune nozioni di base per chiunque si voglia affacciare al mondo del Capital Gain, il quale è un mondo estremamente complesso e pieno di sfaccettature ma facilmente comprensibile, se ci si affida ad un esperto Tax Planner del settore.

Luca Taglialatela

Dottore commercialista e tributarista internazionale, creatore di Trasferimento Sicuro, il primo blog dedicato ai trasferimenti di residenza fiscale dall’Italia verso l’estero e Tax Planning Internazionale, il primo blog che insegna agli imprenditori come risparmiare fiscalmente sull’attività della propria azienda grazie al tax planning internazionale.

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