Trasferimento di Residenza all’Estero: lo Stato si Oppone!

18 Luglio 2018

In questo report ti spiego in che modo lo Stato si sta mobilitando per contrastare i trasferimenti di residenza all’estero in tutti i modi, sia contro i trasferimenti fittizi che contro quelli effettivi. Siamo in presenza di una campagna massiccia per il recupero di gettito fiscale.

Il trasferimento all’estero è una pratica sempre più complicata e dura da svolgere. Una volta era veramente semplice, i governi si disinteressavano dei cittadini che prendevano la residenza all’estero. Ma oggi con le truffe delle false residenze e la crisi dei conti di bilancio dello Stato le cose si fanno sempre più complicate.

Oggi trasferirsi all’estero non è più una pratica amatoriale, serve un professionista che ti copra da tutti gli imprevisti che possono accadere.

Infatti l’italia non è più disposta a vedere i suoi residenti andare via, questo perché lo Stato ha bisogno di soldi. Per cui combatte su un doppio fronte:

  • Combattere i procedimenti irregolari di residenza
  • Combattere le false residenze

D’ora in poi non la passeranno liscia nè i furbi, né coloro che si trasferiscono all’estero senza seguire, alla lettera, la procedura prevista.

Caso 1: La Cassazione «vincola» la residenza fiscale all’iscrizione all’AIRE

La Cassazione, nell’ordinanza n. 16634 ha confermato un orientamento già accolto dalla Suprema Corte: “anche se ti trasferisci all’estero e vivi effettivamente all’estero conservando i tuoi interessi all’estero vieni considerato come residente italiano se non ti sei iscritto all’AIRE.”

Quindi da adesso in poi non è strettamente consigliato seguire tutta la procedura formale prevista dall’ordinamento, ma è obbligatorio iscriversi all’AIRE. E’ una vera svolta!

La Cassazione si è espressa sul caso di un cittadino italiano che si è trasferito effettivamente in Regno Unito dove svolgeva la propria attività lavorativa e pagava le relative imposte.

Il problema è che non si era mai iscritto all’AIRE e risultava, quindi, ancora iscritto tra i soggetti anagraficamente residenti in Italia.

La novità sta nel fatto che questa sentenza ribalta il parere delle Commissioni tributarie che nei primi due gradi avevano dato ragione al cittadino italiano trasferito in Regno Unito.

Secondo la Cassazione, infatti, il primo criterio determinante è il criterio formale: dove è iscritto il soggetto? Se anche il soggetto vive altrove conta poco, ciò che conta è l’elemento formale.

Secondo questa tesi, le persone iscritte nell’anagrafe della popolazione residente vanno considerate in ogni caso fiscalmente residenti in Italia, viceversa il trasferimento della residenza all’estero non è riconosciuto valido fino a che non risulti l’iscrizione all’AIRE.

Quindi l’iscrizione all’AIRE diventa un fattore determinante!

Questa è una tendenza nuova e opposta a come venivano emesse le sentenze fino a qualche anno fa. Ciò che era considerato determinante era il dato effettivo, se il soggetto non si fosse iscritto all’AIRE ma viveva effettivamente all’estero aveva un argomentazione valida che le autorità riconoscevano come incontestabile. Adesso invece siamo di fronte a una svolta molto importante, ciò che conta è il dato formale!

Ovviamente la dottrina, i migliaia di professori, avvocati, tributaristi non sono rimasti con le mani in mano. Questo principio è stato ampiamente criticato da tutte le persone di buon senso.

C’è chi dice che questo formalismo potrebbe addirittura violare la Costituzione poiché l’obbligo di contribuire alle spese pubbliche, posto dall’art. 53 Cost., trova il proprio fondamento logico nel godimento dei servizi pubblici forniti dallo Stato, cui il soggetto è, per l’appunto, tenuto a contribuire in quanto esista un legame durevole con il territorio.

Quindi lo Stato italiano decide di farti pagare le tasse in Italia anche se hai passato gli ultimi 10 anni in Regno Unito e hai usufruito solo dei servizi britannici (pagando le tasse al Regno Unito). Questa è la nuova invenzione dello Stato italiano!

Quindi se non ti sei mai iscritto all’AIRE, allora prima o poi qualcuno verrà bussare alla tua porta con una bella multa da pagare per aver evaso le imposte italiane.

Gli uomini del Fisco si stanno sicuramente sfregando le mani dalla felicità visto che migliaia di italiani oggi residenti effettivamente all’estero non si sono iscritti all’AIRE e sono potenziali vittime dello Stato sanguisuga. Quindi mi aspetto un lavoro estenuante per il mio studio nei prossimi anni, visto che tutti questi poveracci verranno da me, molto probabilmente.

Ma lo Stato si sta armando anche contro i falsi trasferimenti, cioè coloro che prendono la residenza in un paese estero e poi invece restano effettivamente in Italia. Vediamolo nel caso 2.

Caso 2: I vigili stanno effettuando controlli a sorpresa per verificare l’effettiva residenza all’estero

Ormai, con l’Unione Europea, il fenomeno dei falsi trasferimenti all’estero è sempre più frequente e diffuso. Le località preferite sono Bulgaria, Malta e Romania e migliaia di persone si trasferiscono formalmente in questi paesi pur restando effettivamente nella casa italiana.

Fino ad oggi questo giochetto aveva anche funzionato abbastanza bene, nel senso che i Comuni non facevano controlli. Ma da quando il fenomeno è diventato di massa e migliaia di Comuni si sono trovati con gettito in meno le cose sono cambiate. Insieme agli uomini del Fisco i vigili si sono messi di buona lena a controllare se le residenze erano reali o false.

Questi controlli sono partiti al Nord, ma si stanno estendendo anche nei Comuni del centro-sud.

trasferimento sicuro

In pratica funziona così: se ti sei trasferito all’estero e sei iscritto all’AIRE partono automaticamente controlli incrociati da parte degli uomini del Fisco e da parte dei vigili. Proprio in questi ultimi anni c’è un’attenzione spasmodica nei confronti di coloro che vivono in Romania, Bulgaria, Moldavia, Albania, Slovacchia o Malta…..

Questi sono i paesi maggiormente coinvolti che suscitano sospetti nei confronti delle autorità.

I vigili si presentano a casa dei genitori, o generalmente nella casa di ultima residenza per verificare che il soggetto sia presente o meno. Ovviamente non basta la sua assenza per far cadere i sospetti. Se per esempio c’è una stanza adibita all’accoglienza del soggetto (una camera da letto) si presume che i suoi interessi siano ancora in Italia e scattano ulteriori accertamenti.

Ci sono diversi fattori che i vigili guardano per decidere se sono in presenza di un vero trasferimento di residenza oppure di un falso trasferimento. Tutti i dettagli sono presenti nella consulenza personalizzata Trasferimento Sicuro.

Trasferirsi all’estero non è più un gioco per hippies spensierati in cerca di avventura, se decidi di farlo inizierai una guerra senza esclusioni di colpi con lo Stato e molte persone se ne stanno accorgendo. Ecco un esempio di notifica comunale per verificare l’effettivo trasferimento.

Luca Taglialatela

Dottore commercialista e tributarista internazionale, creatore di Trasferimento Sicuro, il primo blog dedicato ai trasferimenti di residenza fiscale dall’Italia verso l’estero e Tax Planning Internazionale, il primo blog che insegna agli imprenditori come risparmiare fiscalmente sull’attività della propria azienda grazie al tax planning internazionale.

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