In questo report ti mostro quali sono i vantaggi fiscali veramente unici di trasferirsi nel Principato di Monaco (Montecarlo).
Il Principato di Monaco è uno dei più piccoli Stati d’Europa. Confina con la Francia e affaccia sul Mediterraneo. Per molti anni le sue entrate principali provenivano dal casinò e dal turismo, oggi le cose sono cambiate in favore dei servizi.
Montecarlo è uno dei paradisi fiscali più antichi d’Europa. Questa “tradizione” fiscale è in vigore dal 1869. A quel tempo, i redditi generati dalla famiglia Grimaldi attraverso l’attività del casinò erano così importanti, che Carlo III, il principe allora regnante, decise di eliminare il prelievo delle imposte agli abitanti di Monaco. Questa decisione indusse molte famiglie benestanti provenienti da tutta Europa a stabilirsi a Monaco.
A differenza di altri paradisi fiscali di piccole dimensioni Monaco è una monarchia. Apparentemente ciò non comporta nessun cambio di approccio, ma nel concreto significa che le autorità decidono in maniera molto selettiva se la tua persona o la tua attività economica è gradita. Qualora non lo fosse la tua richiesta di trasferimento permanente verrebbe rifiutata.
Infatti su una popolazione complessiva di 40.000 abitanti, solo 8.500 cittadini sono monegaschi. Possiamo dire che diventare cittadini di Monaco è un vero e proprio privilegio.
Molti pensano che trasferirsi a Monaco significa entrare in un luogo di evasione fiscale, illegalità, gioco d’azzardo e “fondi neri”. In realtà Monaco è cambiata molto negli anni: il casinò oggi contribuisce solo al 4% del PIL nazionale.
Inoltre, nel 2009 il Principato di Monaco è uscito dalla black list dell’OCSE che raggruppa tutti i paradisi fiscali che non scambiano informazioni sui conti correnti dei residenti con le amministrazioni fiscali degli altri paesi. Per cui il principato si è adeguato alle regole internazionali ed oggi è uno stimato membro della comunità internazionale.
Nonostante ciò non esiste ancora una convenzione contro la doppia imposizione tra Montecarlo e l’Italia. Questo perché solo nel 2015 il Principato ha sottoscritto il trattato relativo alla ratifica ed esecuzione dell’accordo sullo scambio di informazioni in materia fiscale. Per cui dal 2015 le autorità monegasche forniranno, secondo trattato, tutte le informazioni necessarie alle indagini all’amministrazione fiscale italiana.
Questo vuol dire che certe pratiche “da anni ‘90” non potranno più essere adottate. Infatti molti italiani ancora oggi hanno la residenza a Monaco, ma vivono concretamente in Italia. Con la nuova convenzione, ammesso che Monaco lo rispetti effettivamente, questa pratica elusiva non potrà più essere adottata.
Ciò a dimostrazione del fatto che il mondo sta cambiando e il trasferimento di residenza è diventata una pratica da adottare seriamente, non può più essere intesa come un giochetto da applicare per impedire gli accertamenti da parte delle autorità fiscali.
Se adori a tal punto l’Italia da non volerla lasciare allora è giusto che paghi le tasse italiane. Se invece accetti l’idea di trasferirsi realmente a Montecarlo è giusto che non paghi tasse italiane.
Trasferirsi nel Principato di Monaco: regole, tasse e aliquote
Si diventa residenti solo se si possiede o affitta una casa e si possiede un lavoro in loco. In alternativa al lavoro dipendente bisogna dimostrare di avere mezzi propri per sostenersi tramite un reddito, una pensione o un conto in banca. Infine bisogna avere una fedina penale pulita. Una volta superata la procedura dell’ottenimento della residenza si entra in un vero e proprio paradiso fiscale.
Infatti i residenti non sono soggetti all’imposta sul reddito personale. Questo è l’unico paese in Europa che non impone un imposta sul reddito personale grazie al famoso decreto reale firmato dal Principe Carlo III nel 1989. Che Dio lo abbia in gloria per sempre!
Lo stesso non si può dire dell’imposta sul reddito di impresa che è tassato al 33% in soli due casi:
– Se la società deriva più del 25% del proprio fatturato dal mercato estero
– Se la società trae il proprio fatturato dallo sfruttamento di brevetti, marchi e diritti d’autore
Questo vuol dire che se l’azienda invece trae più del 75% del proprio fatturato dal mercato interno non paga imposte. Ovviamente questa norma vuole proteggere i negozi locali, i fornai e le piccole attività. Tale norma è volta invece a colpire le aziende internazionali che vendono all’estero. Infatti molti residenti per evitare di incorrere in questa imposta acquisicono la residenza a Montecarlo ma hanno l’azienda altrove.
Viceversa l’IVA si applica secondo i canoni francesi, per cui è del 20% circa. Poi ci sono delle aliquote agevolate che arrivano fino al 2% per medicinali, libri, alcuni generi alimenatari e altri settori sensibili.
Buone notizie per coloro che effettuano investimenti: il capital gain è del 0% e lo stesso dicasi per le imposte sui dividendi. Questa è un’ottima notizia per coloro che hanno partecipazioni in società oppure vendono e acquistano immobili.
A Monaco non viene applicata l’imposta sulle successioni e sulle donazioni sui beni mobili e immobili. L’aliquota d’imposta applicabile dipende dal rapporto tra il defunto e il beneficiario: per i figli, i coniugi, e per i genitori tale aliquota è dello 0%. Per cui normalmente non viene riscossa alcuna imposta sulla successione.
Ovviamente nel Principato di Monaco il problema principale è costituito dai costi degli appartamenti che sono molto più costosi della media italiana. Tra i paesi a fiscalità agevolata europei è uno dei luoghi più cari in assoluto. Se hai un budget ridotto allora conviene trovare altri luoghi più a buon mercato come l’Albania, Malta, Andorra o la Bulgaria.
Trasferirsi nel Principato di Monaco è stato per molti anni la migliore soluzione per scappare dalle tasse, ma oggi si deve fare in maniera legale. Certe furbate non sono più ammesse e l’agenzia fiscale è diventata molto più vigile e severa.