In questo report scoprirai quali sono tutte le tipologie di trust attualmente esistenti nel mondo per proteggere il tuo patrimonio dalle imposte.
Che sia un ottimo strumento per la tutela del patrimonio non si discute.
Che tanti consulenti o presunti tali del web lo propongano come se fosse un panino al salame è un dato di fatto.
Che qualcuno ci capisca davvero qualcosa … bè questo lo escludo.
Sto parlando del “Trust”, anche se, considerando il generale livello di incompetenza che vedo tra i consulenti, potrei star parlando di qualsiasi strumento fiscale sciorinato alla peggio nella sezione “I Nostri Servizi” di un sito web messo su di fretta e senza capire nulla di nulla.
Ad ogni modo, siamo qui per parlare delle diverse tipologie di trust, non di quanto siano fuori dal mondo alcuni professionisti del settore.
[amazon_link asins=’1983562858′ template=’ProductAd’ store=’fotiam-21′ marketplace=’IT’ link_id=’64693d04-0a75-11e8-b9a4-61c1639cd7a2′]Per iniziare devi sapere che c’è un problema di fondo: il trust è uno strumento che deriva dal diritto anglosassone (cosiddetto diritto di “common law”) e che è stato non senza difficoltà recepito dal diritto civile italiano ed è questo uno dei principali motivi per cui nessuno ci capisce niente. È stato un po’ come prendere una mela e confonderla in un carico di arance sperando che la mela, a un certo punto quasi per magia, diventasse arancia … capito no?
In più aggiungici che non esiste un solo trust, ma esistono diverse tipologie di trust…. e la frittata è fatta. Ecco spiegato perché nessuno ci capisce un fico secco.
Ti faccio un piccolo esempio della complessità di questo strumento: i soggetti che concorrono alla formazione del trust possono essere 3 o addirittura 4 mentre sai bene che oggi se vuoi aprire un’azienda puoi farlo da solo, nel trust come vedi è un po’ più complesso di così.
Vediamo quali sono questi soggetti:
– il disponente, che istituisce il trust e trasferisce i beni da segregare al trustee
– il trustee, che assume la titolarità dei beni segregati in trust e li amministra
– i beneficiari, che riceveranno i beni dal trustee al termine del trust
– il guardiano – o protector – che ha il compito di controllare l’operato del trustee
Lo sai quanti tipi di Trust hai a tua disposizione? Eccotene un elenco ridotto:
- Trust Autodichiarato
- Expressed Trust
- Trust Testamentario o Mortis Causa
- Trust Revocabile
- Trust di Famiglia
- Trust Immobiliare
- Trust Commerciale
- Trust Liquidatorio
- Trust di Scopo
- Fixed Trust
- Trust Discrezionale
Ma non basta, non è come andare al supermercato. Non è che vieni da me (cosa che ti conviene se non altro per la mia competenza) e mi dici voglio aprire un trust, io ti do l’elenco e scegli quello che ha il colore più bello. Non proprio!
Ci sono parecchie cose che devi sapere prima e che ti prego di leggere con attenzione prima di intasarmi la casella di posta.
Alcune Tipologie di Trust Sono Inutili
Alcune tipologie di trust non servono a nulla. Si, hai capito benissimo, sono inutili, del tutto. Sono scatole vuote fatte da stolti per stolti. Ti spiego perché.
Devi sapere che L’Agenzia delle Entrate con la circolare n. 43/E del 10 ottobre 2009 prima e con la successiva circolare n. 61/E del 27 dicembre 2010 poi, ha fornito un elenco esemplificativo di ipotesi in cui un trust è da considerare soggetto fittiziamente interposto
Sono tutti quei casi in cui, come ti dicevo, il trust è inutile perché considerato come NON esistente (con la conseguenza di non produrre effetti ai fini fiscali):
- trust che il disponente (o il beneficiario) può far cessare liberamente in ogni momento, generalmente a proprio vantaggio o anche a vantaggio di terzi
- trust in cui il disponente è titolare del potere di designare in qualsiasi momento se stesso come beneficiario
- trust in cui il disponente (o il beneficiario) è titolare di significativi poteri in forza dell’atto istitutivo, in conseguenza dei quali il trustee, pur dotato di poteri discrezionali nella gestione e amministrazione del trust, non può esercitarli senza il suo consenso
- trust in cui il disponente è titolare del potere di porre termine anticipatamente al trust, designando se stesso e/o altri come beneficiari (“trust a termine”)
- trust in cui il beneficiario ha diritto di ricevere attribuzioni di patrimonio dal trustee
- trust in cui è previsto che il trustee debba tener conto delle indicazioni fornite dal disponente in relazione alla gestione del patrimonio e del reddito da questo generato
- trust in cui il disponente può modificare nel corso della vita del trust i beneficiari
- trust in cui il disponente ha la facoltà di attribuire redditi e beni del trust o concedere prestiti a soggetti dallo stesso individuati
- ogni altra ipotesi in cui il potere gestionale e dispositivo del trustee risulta in qualche modo limitato o anche semplicemente condizionato dalla volontà del disponente e/o dei beneficiari.
ll principio generale che c’è dietro è piuttosto semplice: se il disponente (o beneficiario) riserva a se stesso dei poteri tali da consentirgli di gestire o usufruire dei beni in trust, oppure di limitare i poteri e le facoltà del trustee, i quel caso il trust deve essere considerato nulla più che un soggetto interposto ai fini fiscali.
Di conseguenza, ogni reddito prodotto da un trust considerato interposto deve essere considerato come se fosse un reddito del disponente e tassato in capo a tale soggetto.
Ecco perché alcune tipologie di trust sono da considerarsi completamente inutili. Quindi la prossima volta che vai da un sedicente consulente fiscale che ti propone un trust fatti dire di che tipo si tratta.
Perche’ Rischi Grosso ad Aprire un Trust Senza Capirci Nulla
Esistono poi altre norme ancora definite anti-elusive e previste dal legislatore fiscale italiano che evitano possibili fenomeni di fittizia localizzazione dei trust all’estero. Ti spiego.
Questo vuol dire che ogni volta che un fantomatico “consulente” (magari svizzero) ti dice di non preoccuparti, che se la vede lui, tu dovresti perlomeno preoccuparti di verificare un paio (almeno) di cosette prima di firmare …
Il Trust, così come le società, è soggetto ad alcuni generali criteri di collegamento con il territorio italiano che sono:
– la sede amministrativa e
– l’oggetto principale.
In più, dal 2007, se ne sono aggiunti altri 2 con funzione anti-elusiva.
Pertanto, si considerano residenti in Italia anche:
- i trust istituiti in Paesi che non consentono lo scambio di informazioni, quando almeno uno dei disponenti e almeno uno dei beneficiari siano fiscalmente residenti nel territorio dello Stato italiano
- i trust istituiti in uno Stato che non consente lo scambio di informazioni quando, successivamente alla costituzione, un soggetto residente trasferisca a favore del trust la proprietà di un bene immobile (o di diritti reali immobiliari)
La conseguenza? Ancora una volta tutti i redditi del trust, ovunque prodotti, sono tassati in Italia. Si tratta di una presunzione “relativa” di residenza: il contribuente, cioè, ha in ogni caso la possibilità di dimostrare l’effettiva residenza fiscale del trust all’estero, se ci riesce poi è un altro paio di maniche ancora.
Quindi stai attento alle tipologie di trust che decidi di scegliere, la normativa italiana e internazionale è piena di trappole.
Ma Come Tasso le Diverse Tipologie di Trust?
Bè, come saprai se sei residente in Italia, il modo di tassare qualcosa lo si trova sempre.
La tassazione dei redditi del trust varia a seconda che l’atto istitutivo individui o meno i beneficiari di reddito.
E’ possibile quindi distinguere 3 tipi di trust in queato senso:
- Trust Trasparenti
- Trust Opachi
- Trust Misti
- Trust Trasparenti: sono i trust in cui i beneficiari del reddito sono espressamente individuati. In questo caso i redditi del trust vengono imputati per trasparenza ai beneficiari. A ben vedere, il trust trasparente NON è quindi un autonomo soggetto passivo d’imposta. La conseguenza è che il reddito da esso prodotto sarà soggetto a tassazione in capo ai beneficiari naturalmente in proporzione alla quota di partecipazione di ciascuno.
- Trust Opachi: sono i trust in cui i beneficiari del reddito NON sono individuati. In questo caso i redditi vengono direttamente attribuiti al trust. Il trust opaco invece è un autonomo soggetto passivo d’imposta e, pertanto, il reddito prodotto viene tassato direttamente in capo allo stesso, con applicazione dell’aliquota ordinaria Ires (come se fosse una società a tutti gli effetti per intenderci).
- Trust Misti: si tratta dell’ipotesi in cui l’atto istitutivo del trust prevede che parte del suo reddito sia accantonata a capitale e parte, invece, sia attribuita ai beneficiari. In questo caso, il reddito accantonato sarà tassato direttamente in capo al trust, mentre il reddito attribuito ai beneficiari sarà soggetto a tassazione in capo ai beneficiari stessi ancora una volta naturalmente in proporzione alla quota di partecipazione di ciascuno.
Un’altra distinzione che ti sarà utile per vederci chiaro alla fine della fiera è la seguente: è importante distinguere tra:
- Trust Residenti nel territorio dello Stato che hanno per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali (trust commerciali residenti)
- Trust Residenti nel territorio dello Stato, che NON hanno per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali (trust non commerciali residenti)
- Trust NON Residenti, per i redditi prodotti nel territorio dello Stato.
Ciascuna delle tre categorie determina la sua base imponibile (e quindi il suo reddito) secondo le sue proprie regole, tutte espressamente disciplinate dal Testo Unico delle Imposte sul Reddito italiano.
Trasferire i Beni in un Trust: Che Cosa Significa?
Quando trasferisci i tuoi beni in un Trust ci sono delle conseguenze in termini fiscali, alcune davvero importanti, che fanno tutta la differenza del mondo.
Non lo sapevi? Credi sempre ai consulenti che ti propongono servizi fiscali come se fossero prodotti da supermercato? Credi a quelli che ti fanno aprire società in Est Europa per 12.000 euro al nero assicurandoti che quella e’ la procedura corretta? Oppure preferisci quelli che ti parlano di sevizi fiduciari? Fammi sapere quando ti contatta il fisco …
Tornando al trust, invece, devi sapere che il trasferimento dei beni nel trust produce effetti fiscali disciplinati dall’Agenzia delle Entrate nella circolare 48/E del 6 agosto 2007.
Te li riassumo in breve:
- Sei un imprenditore che trasferisce nel Trust i beni relativi all’impresa?
Questa è la conseguenza: a) emersione in capo all’imprenditore (che saresti tu se non ti è chiaro) di ricavi tassabili assoggettati ad Iva e b) emersione di plusvalenze o minusvalenze tassabili (per i beni iscritti nel patrimonio dell’impresa).
- Sei un imprenditore che trasferisce nel Trust tutta l’ azienda?
Se il trustee assume l’azienda agli stessi valori fiscalmente riconosciuti in capo al disponente (che saresti tu se ti sei confuso), l’operazione è “Tax free”
- Non sei un imprenditore?
L’operazione è “Tax free”
Valuta bene le tipologie di trust che vuoi creare perché una mossa sbagliata potrebbe affossare il tuo patrimonio definitivamente.