Vivere e Aprire Società a Dubai: Tra Calore, Grattacieli e Pianificazione Fiscale. Conviene Davvero?

25 Giugno 2021

Pianificare lapertura di una società negli Emirati Arabi Uniti

Hai idea di cosa voglia dire la pianificazione fiscale per un’apertura di società in quel di Dubai? O forse farei meglio a parlare più in generale di Emirati Arabi Uniti.

Di recente (anche se ci ero già capitato negli anni passati), ho trascorso qualche tempo negli Emirati per motivi di lavoro e mi piaceva l’idea, come sapete, di scambiare con voi alcune informazioni che vi diano una visione dello stato delle cose a Dubai e già in generale negli Emirati Arabi Uniti.

Come sapete ormai dai miei blog e dai miei canali social, mi occupo di questa ed altre attività di natura fiscale da molto tempo, ma nonostante questo, comprendere l’articolata situazione delle free zone non è mai così semplice, soprattutto se va tutto messo in relazione alla tipologia di azienda che si vuole utilizzare e ai relativi vantaggi e svantaggi e le correlate restrizioni ed opportunità.

Aspetti caratteristici della vita quotidiana a Dubai

In principio, vi invito a fare molta attenzione alla vita quotidiana ed a quelle che nei paesi come l’Europa o l’America possono essere considerate condizioni normali di comportamento. Gli Emirati, infatti, non sono una giurisdizione “normale” sia per quanto riguarda il diritto comune sia per quanto attiene il codice civile.

Il rispetto delle norme è trattato in maniera estremamente seria.

Come potete immaginare il clima è ovviamente rovente in estate ed i mesi migliori da questo punto di vista risultano quelli che vanno dal nostro autunno agli inizi della primavera intorno al mese di aprile. In inverno non troverete neve…tuttavia un maglioncino o una giacca leggera possono tornare comodi.

Gli Emirati sembrano in effetti come una specie di Las Vegas con una bella spiaggia, leggi più rilassate per un paese mediorientale e una pessima connessione internet. Il livello di inglese mediamente parlato è buono per cui la mobilità e l’interazione con i locali risulta abbastanza agevole. Inoltre, è molto facile imbattersi nei classici brand di ristorazione nordamericana.

Il costo medio della vita non è altissimo, ma dipende da cosa si fa e, sicuramente, non è economicissimo. Il cibo è molto caro così come il trasporto privato (taxi) che se si considerano le distanze tra i principali punti di interesse delle singole città ed il clima rovente, sono uno dei servizi imprescindibili per chi vive negli Emirati.

Lo shopping è di altissimo livello ed è estremamente costoso, nonostante non si applichi IVA. In media potreste pagare il 20/30% in più rispetto Parigi o Londra per acquisti relativi alla fashion, i cosmetici, etc. Non è decisamente una destinazione competitiva per fare acquisti.

Il cielo è molto pulito, ma c’è spesso foschia nell’aria. In alcuni casi, come per il traffico, l’impressione è di una sorta di giungla urbana e non ho ben compreso se il codice della strada manchi del tutto o semplicemente nessuno se ne curi.

Le regole di comportamento sono molto severe e punibili con il carcere e multe salate, oltre alle spese legali. Ricordate bene che sono vietate cose che per noi invece sono del tutto comuni come, ad esempio, mostrare il dito medio o baciarsi in pubblico (ma ci si può tenere per mano).

Nella pratica queste regole non sono sempre applicate, ma nel caso lo siano, la legge è contro di voi e lo status di straniero non offre alcuna protezione. Da quello che ho potuto osservare non sono poi così rigidi a meno che però qualcuno non si lamenti del vostro comportamento.

Tra quale tipologia di Società è possibile scegliere negli Emirati Arabi Uniti (EAU)?

La situazione è complessa. Non tutto va bene per tutti come pare capire dalle notizie che si trovano a caso sul web.

Esistono tre tipi di società, ciascuna con numerose varianti e altrettante commissioni, il che rende il calcolo dei costi complessivi molto complicato.

Sintetizzando, è possibile mettere in piedi tre tipi di società:

  • Società offshore – le RAK sono probabilmente le più conosciute, ma non sono l’unica opzione. Non sono autorizzate a operare nel paese (anche se i provider locali di servizi attuano degli escamotage per aggirare queste restrizioni) e non autorizzano a ottenere il visto di residenza.
  • Società free zone – probabilmente le più complesse perché gli Emirati hanno oltre 40 free zone limitate a operare nei confini nazionali, ma che non fanno affari a livello locale (ad esempio non come vendita al dettaglio), pur esistendo modi per aggirare queste limitazioni. Si tratta dell’opzione migliore per creare una società visto che consentono anche di ottenere il visto. Le attività bancarie sono più semplici, ma, nella maggior parte dei casi, è richiesto il visto di residenza. A seconda della situazione avranno poi diversi requisiti d’ufficio, etc.
  • Società locali (onshore) – possono operare a livello locale e internazionale e ottenere facilmente l’accesso alle banche e ai visti, ma devono mantenere una presenza fisica in loco e sono l’opzione più costosa.

Tutte queste tipologie di società sono tax-free.

Dal primo gennaio 2018, gli Emirati hanno introdotto l’IVA al 5%, ma per il resto la maggior parte delle società non versa imposte sul reddito. A seconda della tipologia di società i visti avranno condizioni diverse, e a seconda della free zone si avrà accesso a un numero diverso di permessi.

Pro e contro di aprire società negli Emirati Arabi Uniti (EAU)

Gli aspetti negativi per cui non conviene aprire una società negli Emirati Arabi Uniti (EAU)

Contrariamente a quello che si può immaginare, gli Emirati Arabi Uniti (EAU) sono tra i paesi più progressisti del Medio Oriente. Sapete, infatti, che per molti anni la maggior parte delle aziende non sono state oggetto di tassazione anche grazie alle abbondanti riserve di petrolio che hanno consentito agli Emirati di autofinanziarsi.

Tutto ciò ha consentito una crescita esponenziale dell’economia del paese che in pochi anni si è affermato quale business hub di successo investendo un ammontare considerevole in molti settori strategici.

Il primo contro, però, abbastanza significativo direi che è l’utilizzo di internet in quanto le cosiddette autostrade informatiche, per qualche strano motivo, sono tutto fuorché efficienti, e non sono state oggetto di sviluppo come invece dicevamo per altri settori.

Secondo contro rilevante è che, storicamente, le banche locali non sono tra le migliori al mondo, in quanto, trattandosi di un paese musulmano, non hanno linee di credito importanti e questo rende tutto estremamente costoso.

Bisogna, inoltre, considerare che oltre al fatto che non ci sia una buona infrastruttura informatica e che l’affitto dei locali da adibire ad ufficio sia comunque considerevole, aprire una società negli Emirati potrebbe costare tra gli 8.000 e 12.000 euro.

Alla luce di queste considerazioni, quindi, è facile comprendere il motivo per il quale fino a pochi anni fa, gli imprenditori hanno accuratamente evitato di creare società in questo paese.

I motivi per cui conviene aprire società negli Emirati Arabi Uniti (EAU)

Come ormai è noto però, negli ultimi anni, sta diventando sempre più complesso aprire conti offshore all’estero per le società e allo stesso tempo i Governi di mezzo mondo stanno adottando misure sempre più repressive verso i cosiddetti paradisi fiscali.

Bisogna allora guardare agli Emirati come ad un paese in cui la combinazione fra società, infrastrutture (anche informatiche) ed il sistema bancario combinati insieme diventano comunque un’opzione interessante per gli imprenditori.

Basti, infatti, pensare che la spesa di 10 mila euro per l’apertura di una società risulta più che compensata dall’acceso ai visti, da una compliance meno stringente rispetto a quella europea e, tutto sommato, ad un acceso abbastanza agevole ai servizi bancari.

I costi da sostenere per aprire una società negli Emirati Arabi Uniti (EAU)

In genere i costi sono i seguenti:

  • Le spese di società vere e proprie
  • Le spese collaterali, come quelle degli uffici, etc.
  • Attribuzione del visto – che non dà accesso al visto, ma ne autorizza la richiesta
  • Spese di visto vero e proprio
  • Spese dei provider locali di servizi che facilitano le succitate operazioni (in media 7500 AED, pari a circa 2000 euro).

Costi e opzioni variano molto a seconda dell’area dove si costituisce l’attività.

Per esempio, operare a Dubai Internet City costa molto di più che in altre zone meno prestigiose, anche se il rapporto costi benefici è tutto da verificare.

La spesa complessiva, immaginando un solo visto (il cui costo individuale si aggira intorno ai 3500AED più le spese di attribuzione, di solito pari a 1600 AED), parte da un minimo di circa 8.000 euro arrivando a cifre molto più alte. Le spese annuali di rinnovo variano dal set up iniziale a cifre più basse.

Attenzione ragazzi: sono costi approssimativi, la variabilità (verso l’alto o vero il basso) a seconda del provider è enorme.

È molto complicato ottenere i visti?

La procedura per accedere al visto negli Emirati Arabi Uniti risulta tutto sommato abbastanza facile e veloce da espletare.

La cosa positiva è che mentre nella maggior parte dei paesi del mondo è previsto un numero minimo annuo di giorni di permanenza, negli EAU al fine di conservare il visto, basta solo fare ritorno per almeno un giorno ogni sei mesi. Inoltre, in media i visti hanno una durata di due o anche tre anni e vengono rinnovati automaticamente previo versamento di un ‘apposita commissione.

Questa tipologia di visto, inoltre, consente al detentore di svolgere una vita assolutamente “normale”, consentendogli, infatti, senza nessun problema sia di svolgere attività di natura bancaria, sia di spostarsi agevolmente fra le varie free zone.

Ricordatevi sempre però una cosa molto importante ma che invece tutti dimenticano: il visto di residenza non porta in maniera automatica alla cittadinanza; questa, infatti, è quasi impossibile da ottenere e l’unico modo per riceverla è tramite un decreto reale.

Da precisare, inoltre, che i residenti in EAU potrebbero comunque essere tenuti al pagamento di imposte “estere” in base alle differenti regole di soggiorno che si applicano negli altri paesi e in base alle cosiddette norme di cittadinanza.

Per concludere

Gli Emirati Arabi Uniti e Dubai in particolare, rappresentano una destinazione sempre più competitiva soprattutto per chi vuole fare business. È decisamente un‘area ancora in forte espansione e risulta certamente molto business-friendly sia per quanto riguarda il fisco sia per quanto riguarda le formalità correlate all’immigrazione.

In linea di massima la qualità della vita è alta, con numerosi servizi di ottimo livello a prezzi non economicissimi e con un sistema bancario tutto sommato di supporto se si considera il momento storico in cui viviamo.

In conclusione, direi che è un paese che offre a un certo tipo di aziende e soggetti molte opportunità e che vale la pena valutare come destinazione. L’unico vero neo, correlato anche a precise politiche adottate dal governo per scoraggiarne l’utilizzo, resta la connessione ad internet e ovviamente ai servizi di VOIP come Skype, Google meeting ecc, per cui fate molta attenzione a quello che postate sui social. Al contrario i piani telefonici internazionali sono di buon livello.

Molti sono poi i problemi per le attività di e-commerce a causa della difficoltà di utilizzare wallet di pagamento affidabili come Stripe o PayPal.

Si tratta di una destinazione da valutare per bene, soprattutto alla luce dei recentissimi scandali (vedi Emirates leaks).

Non è tutto oro quel che luccica, ma buona parte sì però 😉

Wish you all the very best

Luca Taglialatela

Luca Taglialatela

Dottore commercialista e tributarista internazionale, creatore di Trasferimento Sicuro, il primo blog dedicato ai trasferimenti di residenza fiscale dall’Italia verso l’estero e Tax Planning Internazionale, il primo blog che insegna agli imprenditori come risparmiare fiscalmente sull’attività della propria azienda grazie al tax planning internazionale.

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